“Non ho parole per commentare quanto accaduto. Di questa Europa non sappiamo cosa farcene. Un’Europa che non difende l’identità dei suoi territori, un’Europa che dovrebbe conoscere la storia del prosecco. Dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali, dalle stesse strutture amministrative della Commissione Europea, anche rispetto alla riserva del suo nome, ma il prosecco ha, addirittura ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Tanto è vero che il territorio in cui si produce è definito ‘le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene’. E, quindi, adesso saremmo costretti a discutere anche sul nome di un sito già proclamato ufficialmente Patrimonio dell’Umanità”. Così il Presidente della Regione del Veneto, originario proprio della zona delle colline del prosecco, per cui si è sempre impegnato molto, commenta amaramente in un comunicato la notizia della pubblicazione, avvenuta oggi sulla Gazzetta Ufficiale UE, della richiesta della Croazia di protezione della menzione tradizionale “Prošek”, fatta dal Commissario Europeo all’Agricoltura Wojciechowski, dando così risposta alle interrogazioni parlamentari presentate da alcuni eurodeputati.
“Si tratta – sottolinea il governatore leghista – di una decisione che si pone, per altro, in aperta contraddizione con la sentenza diffusa appena qualche giorno fa, il 9 settembre scorso, dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che vieta l’uso di nomi o grafiche che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dalle norme UE”.
“Ciò che sta accadendo è vergognoso – conclude il Presidente della Regione del Veneto -. Così non si difende l’agricoltura e così non difendono investimenti. Ma, soprattutto, così si mortifica la storia e l’identità di un territorio. Spero che ci siano gli strumenti per ricorrere. La Regione farà la sua parte”.