Un accordo-quadro per fare rete e aiutare tutti i soggetti a collaborare al meglio nel prevenire la violenza contro le donne e nel sostenere le vittime, donne e minori. Questo il significato del protocollo regionale presentato oggi 13 settembre in Regione dall’assessore Manuela Lanzarin a sindaci, dirigenti delle Ulss, responsabili dei servizi territoriali, associazioni, volontari del Veneto. “Il Veneto ha una buona legge per prevenire la violenza di genere e un’ottima rete di strutture e di servizi pubblici e privati per proteggere le donne, con indici di copertura nettamente superiori alla media nazionale: c’è un centro antiviolenza ogni 120 mila donne e un punto di primo ascolto ogni 63 mila donne – ha premesso l’assessore Lanzarin -.
Il passo successivo è mettere in rete le esperienze esistenti ed estendere le buone prassi a tutto il territorio regionale, in maniera omogena. E’ questo il significato dello schema di protocollo che ora affidiamo ai 21 ambiti territoriali dei Comitati dei sindaci: un documento che specifica chi fa che cosa, che dettaglia compiti e funzioni dei diversi soggetti coinvolti. Il fine ultimo è aiutare ogni donna in difficoltà a sentirsi accolta e protetta e accompagnarla con il miglior percorso possibile verso una condizione di serenità e di autonomia“.
La definizione del protocollo degli interventi è previsto dalla legge regionale 5/2013 in materia di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne. La legge disegna un ruolo attivo della Regione del Veneto, impegnandola a “consolidare ed estendere la rete territoriale istituzionale dei soggetti e dei servizi, favorendo la messa in comune di informazioni, buone pratiche ed esperienze formative attraverso la stipula di accordi tra istituzioni, servizi e soggetti pubblici e privati senza finalità di lucro”.
La sottoscrizione dei protocolli territoriali, di validità triennale, vincola alla collaborazione reciproca Ulss, Pronto soccorso, consultori familiari, medici, gestori dei centri antiviolenza, prefetture, procure, tribunali, forze dell’ordine, avvocati, comuni, province e città metropolitana, uffici scolastici territoriali. Il protocollo, che sarà declinato in modo autonomo nei diversi territori, specifica per ciascun soggetto sottoscrittore ruoli, compiti, strategie di intervento, prevede un soggetto coordinatore e specifica il riparto dei costi, con l’obiettivo di realizzare il massimo delle sinergie a livello territoriale per assicurare una efficace azione di prevenzione e contrasto alle varie tipologie di violenza contro le donne.
I risultati attesi per la regione – ha specificato l’assessore – sono la mappatura aggiornata delle reti dei servizi a favore delle donne e dei minori vittime di violenza, la responsabilizzazione di tutti i soggetti aderenti, procedure condivise di reperibilità h 24 e nell’invio dei casi tra i diversi servizi sia pubblici sia privati, modalità comuni di accoglienza e sostegno e di valutazione dei casi, accordi per la copertura dei costi dell’accoglienza e dei percorsi protetti.
Spetterà ora ai Comitati dei sindaci dei 21 distretti e ai rispettivi piani di zona inserire nella programmazione degli interventi e delle politiche sociali il Protocollo antiviolenza, declinando lo schema-base predisposto dalla Regione, secondo le specifiche esigenze e le risorse del proprio territorio.
“Con questo ulteriore tassello di responsabilizzazione territoriale – ha concluso l’assessore – la Regione mette a sistema e potenzia la rete regionale degli interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, che in Veneto conta 43 centri antiviolenza (tra centri di ascolti , case protette e rifugi di secondo livello), percorsi di presa in carico per i minori testimoni di violenza (circa 1700 i casi noti ai servizi), inserimento lavorativo, assegnazione di alloggi pubblici e sostegno al reddito per le donne accolte nella rete di protezione, interventi di sensibilizzazione e di educazione, in particolare nelle scuole, formazione capillare per gli operatori dei 47 Pronto Soccorso del Veneto e dei servizi sociosanitari dell’urgenza, percorsi e centri di recupero anche per gli uomini maltrattanti“.
“La Regione sostiene il grande lavoro dell’associazionismo, dei volontari e degli operatori dei servizi pubblici e privati con un finanziamento annuo di 500 mila euro – ha concluso l’assessore – che spero possa essere ulteriormente incrementato nel 2019. Siamo fiduciosi che anche il governo possa dimostrare analoga sensibilità, accelerando l’erogazione dei fondi già ripartiti e rifinanziando il piano nazionale di prevenzione e contrasto alla violenza di genere per dare continuità agli interventi antiviolenza attivati in questi anni in difesa delle donne“.
Giunta regionale del Veneto