In questi giorni la cronaca ci racconta purtroppo di nuovi casi di maltrattamenti su bambini all’interno di strutture educative e su anziani, all’interno di case private o in strutture sociosanitarie. E’ un fatto inaccettabile, un tema urgente e delicatissimo, di cui in questi anni mi sono occupata a fondo. Servono urgentemente nuove misure efficaci per prevenire e contrastare tutte le condotte di maltrattamento o di abuso, specie sui più deboli. Nella legislatura appena trascorsa ho depositato una mia proposta di legge e la Camera si è occupata a fondo di questa materia, arrivando a produrre e approvare una nuova normativa di riferimento.
Con la legge approvata alla Camera non solo si consentiva di organizzare un sistema di videosorveglianza che tutelasse pazienti, alunni e lavoratori ma anche si investiva nella formazione e nel sostegno agli operatori sociosanitari e al personale educativo.
Contemporaneamente si riconosceva il cosìddetto “burnout” e cioè una particolare forma di stress lavorativo che può derivare da un attività prolungata particolarmente impegnativa. Lavorare come operatori educativi con bambini nei nidi e nelle materne e a contatto con anziani è un lavoro difficile, molto spesso usurante dal punto di vista fisico ma soprattutto dal punto di vista psicologico.
La mia proposta di legge, analizzata e condivisa nella commissione è confluita poi in un testo unico. Il nuovo testo di legge è stato approvato prima in commissione e poi anche in Aula alla Camera, così il provvedimento è stato inviato al Senato, dove però non ha proseguito l’iter.
E’ proprio dal Senato che intendo ripartire, questo sarà il primo provvedimento che voglio depositare una volta che si avvieranno i lavori. Su questi temi, dove in gioco ci sono i diritti dei e la sicurezza dei più fragili, si deve trovare unità tra le forze politiche. Un Paese civile si misura soprattutto da quante e quali sono le tutele per chi è in difficoltà, e questo provvedimento può garantire prevenzione e sicurezza. Ogni famiglia deve potersi sempre fidare delle strutture in cui lascia i propri cari, che siano strutture educative o di assistenza sociosanitaria, ciò deve valere prima di tutto per le realtà pubbliche.
On. Daniela Sbrollini, Vicepresidente XII Commissione Affari Sociali e Sanità Camera dei Deputati