Viticoltura in Veneto, Europa Verde: “Successo economico, ma fallimento ambientale”. Allarme su uso dei pesticidi

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Viticoltura Veneto

Europa Verde Veneto lancia l’allarme sull’uso dei pesticidi nella Viticoltura in regione. E lo fa direttamente dalla culla della promozione di questo prodotto: Vinitaly 2025, in corso di svolgimento a Verona.

L’intervento del partito ambientalista parte dalla considerazione che si tratta di un settore fondamentale per l’economia regionale, con risultati molto incoraggianti. Ma – osserva Europa verde Veneto – non si stanno prendendo nella giusta considerazione le conseguenze ambientali apportate dal modello di produzione adottato per la viticoltura.

Vinitaly 2025 e viticoltura sostenibile, parlano Zanoni e Masolo di Europa Verde

Andrea Zanoni e Renzo Masolo consiglieri regionali del gruppo consigliare Europa Verde, presenti al Vinitaly 2025, hanno dichiarato: “Come gruppo consigliare di Europa Verde vogliamo evidenziare la necessità di valutare nel suo complesso tutti gli impatti generati dal vitivinicolo in Veneto, quelli positivi riguardante la parte economica quasi da record, ma anche e soprattutto quelli negativi sull’ambiente, la biodiversità, la salute dei lavoratori e dei residenti, gli altri settori dell’agricoltura.

La nostra regione – hanno detto -, pecora nera a livello nazionale in agricoltura biologica, dovrebbe sostenere, anche con maggiori risorse finanziarie, forme di agricoltura sostenibile alternative, inclusa l’agroecologia. Sostenere l’orticoltura e la frutticoltura biologica è in linea con il mercato e consentirebbe di incrementare i prati stabili, quasi scomparsi a livello regionale, perché sostituiti dai vigneti come accaduto in questi ultimi anni soprattutto nel Trevigiano”.

Per Europa Verde, queste politiche consentirebbero di invertire la rotta sul ricorso in escalation di pesticidi. Un uso che è cresciuto molto di recente e a dispetto dei primi segnali preoccupanti monitorati da Spisal e Inail in merito ai loro gravi effetti sui lavoratori agricoli. In questo scenario, basandosi sui dati delle Ulss venete, viene lamentata la riduzione di controlli da parte della Regione.

Il partito propone dunque la conversione a un modello di agricoltura che predilige la sintesi biologica a quella chimica, potenziando le azioni di monitoraggio su sistemi di coltivazione. Si teme che in Veneto si affermi ima monocoltura.

“Avere a cuore il territorio regionale e i nostri prodotti significa anche ricorrere a prelievi e analisi sui suoli, sulle acque, sui prodotti finali, su tutta la filiera vitivinicola, sulla biodiversità compresi gli insetti utili e gli animali selvatici, sugli addetti all’agricoltura e sui residenti nelle aree dove esiste una importante concentrazione delle superfici vitivinicole”, hanno spiegato Zanoni e Masolo.

Viticoltura in Veneto come monocoltura

“Purtroppo – hanno aggiunto i due consiglieri di EV – la monocoltura rischia di intensificare la presenza di casi di malattie dei vigneti e di aumentare considerevolmente l’uso di pesticidi, come accaduto con la flavescenza dorata, causata dalla cicalina (Scaphoideus titanus), che a causa della densità dei vigneti si sta espandendo in tutta la regione. A causa di questa minaccia nel 2023 l’assessorato all’Agricoltura del Veneto aveva richiesto al Ministero della Salute l’utilizzo di due pesticidi neurotossici, vietati in Usa da decenni e in Europa da cinque anni, come il Clorpoirifos metile e il Thiametoxan, deroga poi tramontata grazie alla mobilitazione delle associazioni ambientaliste e comitati, produttori biologici, medici, curia e alla fine dagli stessi produttori e consorzi del Prosecco.

Il taglio del 50% dei pesticidi entro il 2030 rispetto ai livelli del 2015-17, divieto del loro uso in un grande numero di superfici definite sensibili, la promozione di pratiche ecocompatibili di controllo delle infestanti previsti dalla proposta di regolamento della Commissione europea sui pesticidi, poi disgraziatamente cassati dalla presidente Ursula von der Leyen, dimostra come questo sia un tema che sta a cuore alla maggior parte dei cittadini europei, consapevoli della dannosità degli stessi alla vita sul nostro pianeta”.

Il ministro Lollobrigida e la sua posizione sulle etichettature del vino

Europa Verde ha citato anche la polemica seguita in questi giorni a dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste nel governo Meloni, Francesco Lollobrigida.

“Abbiamo assistito lo scorso anno a un tentativo di criminalizzazione del vino con etichette allarmistiche che volevano far passare il messaggio che il vino è pericoloso per la salute. Ma il clima in Europa è ora cambiato”, ha detto il componente dell’esecutivo Meloni proprio al Vinitaly di Verona. “Oggi saranno qui a Verona – ha aggiunto il ministro – i Commissari all’Agricoltura e alla Salute proprio per ribadire questo cambio di atteggiamento a Bruxelles. Le etichette non devono condizionare il consumatore ma dargli le informazioni che lo mettano in condizione di scegliere cosa consumare. Stiamo lavorando su etichette che facciano capire. Il nuovo strumento del Qr code in etichetta va proprio nel senso di arricchire le informazioni al consumatore“.

“Crediamo – hanno detto Zanoni e Masolo – sarebbe invece molto utile fornire precise informazioni su quel singolo prodotto, ad esempio far sapere al consumatore, con massima trasparenza, quanti e quali pesticidi sono stati usati durante il ciclo produttivo per ottenere quella bottiglia di vino. Lollobrigida – hanno proseguito – non deve temere la trasparenza e le informazioni utili ai cittadini per una scelta consapevole. Poi il legislatore potrebbe incentivare chi produce un vino con meno consumo di pesticidi.

Perciò crediamo che serva adottare al più presto pratiche agricole compatibili con un’agricoltura sana e la tutela di cittadini e ambiente. Ecco il perché della nostra presenza al Vinitaly, anche per incontrare e sostenere gli agricoltori e viticoltori che si occupano di biologico”.

Europa Verde: un focus sulla situazione attuale della Viticoltura in Veneto

I consiglieri regionali Zanoni e Masolo hanno quindi esposto un approfondito studio sulla situazione della viticoltura in Veneto. Il documento, raccolto in numerose slide è consultabile cliccando questo link. Nelle righe successive ne forniamo un sunto esplicativo, sempre messo diffuso dal gruppo consiliare di Europa Verde.

IL BIOLOGICO IN VENETO – Purtroppo, il Veneto è fanalino di coda, tra le 20 regioni italiane, per superfice coltivata con metodi biologici, superata in negativo sollo dalla Valle D’Aosta con una percentuale del solo 5,6% del 2023. Va evidenziato che dal 2020 al 2023 c’è stato addirittura un calo di meno 0,4 % della superficie totale con una perdita di ben 3.016 ettari in meno (pari a -6,28 % del totale del biologico in Veneto).

Per una regione come il Veneto, che risulta essere tra le più lontane rispetto al raggiungimento del GOAL n.15 “Vita sulla Terra” dell’Agenda 2030 dell’ONU, sarebbe fondamentale e prioritario sostenere maggiormente l’agricoltura sostenibile, promuovendo anche l’agroecologia. (Vedi allegati su Biologico e Agenda 2030 Veneto Sostenibile).

Il Veneto non deve essere la pecora nera sul biologico e perciò deve investire molto di più recuperando il tempo perduto.

EFFETTI DEI PESTICIDI SULL’AMBIENTE – Purtroppo molti dei principi attivi dei pesticidi utilizzati in agricoltura entrano nella catena ecologica andando a finire nelle acque sotterranee e superficiali.

In uno degli ultimi report di ARPAV sullo stato ambientale dei corpi idrici sul bacino scolante della provincia di Venezia, che vede convogliate le acque provenienti da parte delle province di Venezia, Treviso, Vicenza e Padova, risultano importanti presenze di erbicidi su tutti i principali corsi d’acqua monitorati con valori fino a 267,3 ug/l contro un obiettivo guida di 0,005 ug/l.

Le sostanze inquinanti rilevate più frequentemente risultano l’AMPA (un metabolita del glifosato), il Glifosato (un erbicida ampiamente usato in agricoltura e in particolare in viticoltura), il Metholachlor, e il Nicosolfuron

I COSTI DELLA VITICOLTURA – Il settore vitivinicolo è quello più finanziato tra quelli agricoli dalla Regione del Veneto. Solo nel periodo 2009/2019 è stato destinato al vitivinicolo più di mezzo miliardo di euro a fondo perduto pari esattamente a 580 milioni di euro. Successivamente l’importo annuo è variato da 21 a 29 milioni di euro l’anno .

Purtroppo, al settore biologico sono andate solo le briciole mentre l’ortofrutta e l’apicoltura ha visto finanziamenti di gran lunga inferiori (Vedi allegato Costi).

LA SUPERFICE COLTIVATA A VIGNETO IN VENETO – L’ultimo dato 2023/2024 registra una superficie vitivinicola pari a ben 103.504 ettari ben al di sopra dei 74.897 riferiti all’anno 2010.

Perciò in questi 15 anni in Veneto si è registrato un incremento del + 38% della superficie “vitata”.

Se esaminiamo i dati per provincia balza agli occhi quello trevigiano trainato dal Prosecco con un +59% (da 28.156 ettari del 2010 a 44.788 ettari del 2024) mentre Verona registra un + 13%.

Queste coltivazioni hanno visto soccombere i prati stabili e grandi superfici boschive di collina riducendo considerevolmente aree ricchissime di biodiversità (Vedi allegato andamento Superficie vitata).

Purtroppo, questa situazione è destinata a peggiorare perché a inizio febbraio di quest’anno il Presidente Luca Zaia intervenuto in un’assemblea al Palafiera di Godega ha annunciato il via libera ad altri 6.000 ettari in soli due anni di vitigni Prosecco Doc.

USO DEI PESTICIDI IN CONTINUO AUMENTO – L’ultimo dato sull’uso dei pesticidi in Veneto del 2023 ci dice che la quantità utilizzata è stata pari a 15.964.89 di chilogrammi che rapportati al numero di abitanti significa un carico per abitante medio pari a 3,29 chilogrammi/persona.

Il dato cambia considerevolmente per la provincia di Treviso con 4.749.309 kg pari a 5,40 kg/persona e per la provincia di Verona dove va ancora peggio con 6.245.144 kg pari a 6,75 kg/persona, si tratta delle due province d’Italia dove si consuma il maggior quantitativo di pesticidi.

Purtroppo l’uso dei pesticidi continua costantemente a salite tant’è che tra il 2022 e il 2023 l’aumento è stato più che proporzionale con un + 20% a livello regionale con un aumento pari a 2.659.357 chilogrammi. Tra le province più penalizzate: quella di Treviso con più 1.091.804 kg pari a + 30% e quella di Verona con più 613.772 kg pari a più del 20% (Vedere allegato su quantità pesticidi) .

CONTROLLI DELLE ULSS SULL’USO DEI PESTICIDI – Mentre aumentano le superfici coltivate a vigneto e di conseguenza aumenta considerevolmente l’uso dei pesticidi, i controlli previsti dal Piano d’Azione nazionale per l’uso dei prodotti fitosanitari ha subito una drastica e incomprensibile riduzione.

A titolo di esempio in provincia di Treviso l’ULSS2 Marca Trevigiana nel 2014 ha effettuato 178 controlli, nel 2015 166 e poi a scendere fino all’ultimo dato disponibile del 2022 pari a soli 29 controlli con una diminuzione di meno 83,7%.

Andando a vedere la provincia di Verona l’ULSS 9 Scaligera nel 2014 ha effettuato 191 controlli, nel 2015 eravamo a 156 e poi a scendere fino all’ultimo dato disponibile del 2022 pari a soli 79 controlli, con una diminuzione di meno 58%.

Una situazione gravissima che di fatto fa venir meno anche l’effetto deterrenza sui controlli di queste sostanze chimiche problematiche per la salute dei viticoltori e dei residenti (Vedere allegato controlli USLL della Marca e Scaligera).

EFFETTI DEI PESTICIDI USATI IN AGRICOLTURA E VITICOLTURA SULLA SALUTE DEI VITICOLTORI– Durante le audizioni effettuate in Commissione legalità e politiche pubbliche sul tema degli incidenti sul lavoro e malattie professionali sono emersi dei dati molto preoccupanti che riguardano i lavoratori in agricoltura e viticoltura.

In particolare sono stati registrati casi di malattie degenerative del sistema nervoso, morbo di Parkinson e Parkinsonismo secondario causato da tiocarbammati , ditiocarbammati organici ed inorganici, fungicidi al ditiocarbammato, manganese.

In particolare, nel 2023 l’INAIL ha individuato ben quattro casi di malattie professionali mentre gli SPISAL, settore operativo delle ULSS, hanno riscontrato tre casi, due dei quali ricadenti nell’area di competenza dell’ULSS 9 Scaligera.

È la prima volta che in Veneto degli enti pubblici mettono in relazione l’utilizzo di pesticidi con malattie professionali come già accaduto in Francia e negli USA come il Glifosato (Vedere allegato casi malattie SPISAL e INAIL).