Lo zar Vladimir Putin è davvero originario di Vicenza? Ecco la… leggenda con tanto di cameriera ucraina per il “parente” locale Silvio

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Putin: a destra Vadimir, a sinistra Franco di Santorso (da Il Foglio)
Putin: a destra Vadimir, a sinistra Franco di Santorso (da Il Foglio)

All’interno della situazione di guerra c’è spazio anche per il gossip su Putin. Sul web si riparla molto delle possibili origini venete del presidente russo in questi giorni anche questo accadde anche in passato ai tempi dell’amore viscerale tra Berlusconi o lo “zar”. Nel vicentino esistono, infatti, parecchie persone con il cognome “Putìn”, con l’accento sulla i (anche se oggi in pochi si vanterebbero di questa omonimia, scrive Il Foglio). In realtà il presidente russo non sembra avere alcuna origine veneta, secondo chi ha risalito l’albero genealogico dello zar almeno fino agli inizi del Settecento. Nemmeno gli antenati del presidente sarebbero italiani.

La leggenda sembra essere nata da una notizia del dicembre 2005, quando Vladimir Putin villeggiava in Italia proprio con Silvio Berlusconi. In questa occasione sarebbe nata la probabile bufala (punibile in Russia con fino a 15 anni di carcere…) che Putin discenderebbe da una famiglia di Costabissara, in provincia di Vicenza.

Complice ne era il fatto che nel vicentino ci sono almeno 50 famiglie con il cognome Putìn, che in dialetto veneto significa bambino piccolo, e tra questi Putìn, tra i più noti, in settori diversi ci sono il fondatore di Serenissima ristorazione e Adelina Putìn, presentatrice e non solo.

Il giornale russo Moskovskij Komsomolets spedì in quell’anno e in quel mese addirittura un inviato nel Veneto, per fare chiarezza. Un giornalista russo avrebbe intervistato un certo Franco Putìn di Santorso (Vi), produttore di caminetti, che avrebbe affermato: “Io e Vladimir siamo due gocce d’ acqua. Stessi occhi, medesima espressione, identica andatura. Gemelli: solo che lui scia e fa judo, io niente. Lui è asciutto, io sovrappeso: ma è l’ unica differenza”.

La presunta somiglianza di Franco (Putin) venne però smentita anche con un certo imbarazzo da diverse fotografie pubblicate all’epoca. Oltre ai presunti sosia e agli omonimi, ci sarebbero alcune famiglie venete con lo stesso cognome che sono emigrate in Russia per lavoro qualche secolo fa. Ma questo non sarebbe considerato o considerabile come un possibile nesso storico.

Ad oggi è impossibile recuperare l’articolo inchiesta originale del Moskovskij Komsomolets, ripreso, comunque da Repubblica, dove c’era anche la dichiarazione di Franco da Santorso e quella di Silvio suo nipote: “Anche in Russia comanda uno dei nostri: pensi che a me mi chiamano Vladimir Berlusconi”, che “per coerenza” aveva  assunto una domestica ucraina“.

Mai tale coerenza fu fatale come oggi lo è per gli ucraini e come potrebbe esserlo anche per Silvio Putìn, che qualche anno di galera lo rischierebbe non solo per la sua fake news ma anche per aver familiarizzato con una dei nazisti, parole di Putin, quello Doc, contro i quali tre settimane fa ha scatenato l’ira di Dio.

E che dire se la cameriera ucraina, magari, fosse stata o fosse stata solo sospettata di essere, oltre che nazista, pure lesbica visto come ha tuonato il patriarca di Mosca Kirill per giustificare “l’operazione speciale” contro i gay, che, per carità, non si può chiamare “guerra”?