Il volley femminile vicentino ha una illustre tradizione. Negli ultimi quarant’anni di storia della pallavolo rosa provinciale la prima squadra a conquistare l’A1 è il Noventa Volley (1981) che, undici anni dopo, nel 1992, cede il titolo di A2 al club del Volley Vicenza, che negli anni assume la denominazione di Vicenza Volley, poi lasciata alle sue squadre maschili di vertice per diventare Piùsport Vicenza a voler sottolineare la sua collaborazione con altre discipline cittadine.
Ma, poi, il club chiude i battenti come Joy Volley Vicenza a fine stagione 2009-2010 dopo un solo anno di subentro di una nuova proprietà a quella (il referente ne era l'attuale direttore di ViPiu.it, ndr) che l'aveva lanciata e a lungo mantenuta nell'Olimpo del volley rosa.
Dopo sei campionati, a fine stagione 1997-98, il team del capoluogo, targato Biasia, era, infatti approdato in A1, in cui dava vita a una serie di presenze lunga undici stagioni coronate da pressoché continue qualificazioni ai play off scudetto, eccellendo anche in campo internazionale, supportato soprattutto e con continuità dai marchi Minetti di Bergamo e Infoplus di Marostica, con la conquista, dopo essere stata finalista l’anno prima, della Coppa CEV nel 2001.
Nello stesso anno quel Vicenza del volley rosa, che tante campionesse, italiane e straniere, ha scoperto, forgiato e lanciato, vinceva anche la Supercoppa Italiana prima di centrare altre due qualificazioni a finali europee e a cavallo di tre scudetti conquistati nel beach volley 4 x 4 di massima serie e di 4 nei campionati nazionali giovanili. E, tanto, per ricordarlo, nel 2002 la squadra azzurra conquistò, per la prima volta in assoluto, il titolo mondiale annoverando tra le sue 12 campionesse tre stelle biancorosse: Togut, Paggi e Mifkova.
Nel 2002 anche il Caoduro Cavazzale Monticello assurge alla A2 ma ci resta solo due campionati. La Volley Towers Breganze approda nel secondo livello della pallavolo nel 2012, dove rimane una sola stagione perché cede il titolo ad un altro team locale l’Obiettivo Risarcimento Villaverla, che diventa la terza società vicentina ad accedere in A1 nel 2015. Anche questa società però limita a uno i suoi campionati al massimo livello, perché cessa l’attività nel 2016 dopo aver anche giocato nell'impianto vicentino.
Nel 2017 è l'Unione Volley Montecchio Maggiore ad aggiudicarsi la promozione in A2, categoria in cui si è ormai stabilizzata da un lustro e in cui ha ottenuto il suo miglior piazzamento storico (quinto posto) nel campionato da poco concluso. Nel 2021 è una squadra del capoluogo, la Anthea Vicenza Volley, a diventare il secondo team vicentino in A2. Potrà quest'anno mantenere la categoria pur dopo la immediata retrocessione grazie all’acquisto del titolo della siciliana Aragona.
La stagione 2022-2023 prospettava, dunque, il bis della sfida straprovinciale in A2 fra Montecchio e Vicenza, la prima con ambizioni di migliorare il piazzamento appena ottenuto e la seconda con l’obbiettivo di riscattare una retrocessione arrivaat sul filo di lana e in parte legata a situazioni non sportive (il Covid ha bloccato l’attività sportiva per un mese costringendo le biancorosse a un calendario complicatissimo, oggettivamente non solo per loro, però, di recuperi).
Il bis invece non ci sarà perché Montecchio (ancora con Ipag e Sorelle Ramonda come title sponsors) ha comunicato pochi giorni fa l’abbandono della città dei Montecchi e Capuleti in cui ha e mantiene la sede sociale e il trasferimento a San Bonifacio, comune dell’est veronese che dista pochi chilometri da Montecchio.
Le motivazioni del trasloco in un’altra provincia sono, sostiene il club, di ordine esclusivamente logistico: l’Ipag giocherà, infatti, le partite del prossimo campionato nel PalaFerroli, storico impianto noto per il basket maschile, che ha una capienza di 1.500 posti e quindi è omologabile per ospitare un eventuale accesso a semifinali e finali di play off. e, nel caso di conquista della Ai, di disputarvi il relativo campionato. Nel palazzo di San Bonifacio, poi, ci sono anche strutture collaterali, aggiunge la dirigenza, che mancano a Montecchio e consentono una preparazione migliore dei match.
Anche se la società conserva la targa vicentina è evidente che la sua attività punta ad espandersi nella provincia confinante, in cui conta già numerose partnership con team di categorie inferiori e dove ha anche impostato rapporti di cooperazione con Sambo Volley e Volley University Verona, le due squadre di casa, le cui under 18 giocheranno al PalaFerroli.
Se non è un addio a Vicenza, poco, però, ci manca. Ed è un vero peccato per il volley femminile vicentino che dai derby fra Montecchio e Vicenza, sentiti dalla tifoseria, ha ricavato, e avrebbe potuto rinnovarli, stimoli sportivi e spazi sui media. Difficile prevedere se la “veronesizzazione” del team castellano farà perdere l’impronta campanilistica al confronto o se, invece, il Montecchio acquisirà a San Bonifacio nuovo pubblico al seguito in trasferta.
A Vicenza, intanto, la Anthea, di fatto l'unica squadra cittadina di vertice nella pallavolo femminile, dopo la storica e ad oggi ineguagliata Minetti Vicenza dei tempi d'oro in cui non si trovava spesso neanche posto al Palasport di via Goldoni, si sta muovendo senza fretta per prepararsi al secondo campionato di A2. “Stiamo allestendo – spiega il presidente Andrea Ostuzzi – un roster di buon livello e la squadra ne uscirà rafforzata rispetto all’anno scorso. Abbiamo già messo sotto contratto una delle due straniere (la portoghese Julia Kavalenka, opposto alta 1.91 ndr) e stiamo trattando la seconda. Sicuramente ci saranno un paio di inserimenti dal settore Giovanile”.
Molto lavoro quindi per la ds Mariella Cavallaro, che, dopo la rivoluzione successiva alla retrocessione (è rimasta solo Lisa Cheli, la capitana) deve trovare una dozzina di giocatrici per il campionato 2022-2023 all'altezza del club e, soprattutto, della storia vicentina del volley rosa.
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