Galeotto fu il volantino con cui il coordinatore del circolo del Partito Democratico di Nove-Cartigliano Gilberto Lorenzin invitava i concittadini a considerare la possibilità di un voto disgiunto alle prossime regionali del 20 e 21 settembre. È giusto informare i cittadini che già non lo sapessero su come funzioni il voto disgiunto, onde evitare la spiacevole sorpresa di vedersi annullare la scheda.
Quel che ha fatto storcere più di qualche naso è la frase “se un vostro amico o conoscente non fosse intenzionato a votare il candidato presidente del centrosinistra Arturo Lorenzoni, potrebbe tuttavia esprimere la preferenza per Chiara”. Chiara è Chiara Luisetto, ex sindaco di Nove ed ex segretario provinciale del PD. Nel volantino non si nomina direttamente Zaia, ma in molti hanno interpretato così la frase (in realtà qualcuno potrebbe voler votare Partito dei Veneti, M5S, Italia Viva). La stessa Luisetto in una nota e nell’intervista ad Alberto Gottardo Radio Cafè ha però sciolto ogni dubbio: “l’intento da parte del coordinatore era quello di dire alle persone che votano destra da una vita ‘date fiducia lo stesso alla nostra candidata’, che sarei io. Non ci vedo nulla di male”.
Ha senso esercitare il voto disgiunto tra due coalizioni, centrodestra e centrosinistra, che sono opposte, cioè una è in maggioranza, l’altra è all’opposizione, e il 22 settembre, chiunque vinca, di nuovo saranno una maggioranza e una opposizione? Per chi scrive decisamente no, dato che dovrebbero rappresentare due idee diverse di politica, di gestione del territorio, programmi diversi, progetti diversi. Anche per non prendere in giro l’elettore, cosa gli diciamo altrimenti, ‘vota per me ma se vince Zaia va bene lo stesso’? E come potrebbe l’elettore, dopo questo ragionamento, credere davvero che ai politici non interessi solo la carega? Luisetto prova a salvarsi in corner parlando di Pedemontana, ma non risulta che il governo, di cui il PD fa parte, abbia mai sollevato dubbi su questa ‘grande opera’. Ma voi ce lo vedete un candidato leghista o di Fratelli d’Italia che dice “datemi la preferenza ma come lista votate pure la sinistra?”. Che poi, un conto è dirlo in privato ad amici e parenti, un conto è sbandierarlo ai quattro venti in un volantino ufficiale.
Sarebbe bello poter ridurre tutto alla gaffe, al tafazzismo congenito della sinistra, ma torna invece alla mente il discorso di Violante nel 2003, in cui praticamente ammise, dicendo poi di essere stato frainteso, che il centrosinistra non era mai andato contro Berlusconi, anzi dalle sue parole sembrava quasi di capire che l’avesse favorito. Ecco che poi, se incontri qualcuno che ti dice “rossi e neri tutti uguali“, diventa sempre più difficile dargli torto.
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