
La recente decisione del governo di non estendere il diritto di voto ai cittadini fuorisede ha suscitato forti critiche all’interno del Partito Democratico. Il Segretario provinciale del PD di Vicenza, Davide Giacomin, ha espresso il suo disappunto, definendo la scelta come “un’occasione persa per rendere la nostra democrazia più accessibile e moderna”.

Giacomin ha sottolineato come, anziché facilitare la partecipazione elettorale, si continuino a imporre ostacoli che penalizzano migliaia di studenti e lavoratori lontani dal proprio comune di residenza.
La posizione del governo e le reazioni
Durante un question time alla Camera il 12 febbraio, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che, al momento, non esiste una copertura legislativa per consentire il voto ai fuorisede, aggiungendo che la sperimentazione effettuata durante le elezioni europee del 2024 ha registrato una partecipazione limitata. Secondo i dati ministeriali, solo 23.769 studenti hanno richiesto di votare fuori sede, e di questi, 17.561 hanno effettivamente esercitato il diritto di voto.

Questa posizione ha scatenato reazioni critiche. La deputata del PD Rosanna Filippin ha commentato: “Ancora una volta stiamo perdendo un’occasione per migliorare la partecipazione, negando il diritto di voto a chi lavora o studia lontano da casa”. Filippin ha inoltre sottolineato l’urgenza di una legislazione adeguata: “Mi domando se questo governo abbia paura della democrazia. Se, come dice Piantedosi, manca una legge, facciamola!”.
Un problema di rappresentanza
In Italia, si stima che circa 4,9 milioni di cittadini siano fuorisede, tra lavoratori e studenti. L’attuale sistema elettorale richiede che gli elettori votino nel comune di residenza, rendendo difficile per molti esercitare il proprio diritto senza affrontare spostamenti onerosi. La sperimentazione del voto fuorisede durante le elezioni europee del 2024, limitata ai soli studenti, ha evidenziato una partecipazione inferiore alle aspettative, ma secondo critici come Federico Anghelè, Direttore Generale di The Good Lobby Italia, ciò è dovuto a una preparazione inadeguata e all’esclusione dei lavoratori dalla possibilità di votare fuori sede.
Appelli per una riforma elettorale inclusiva
I comitati promotori dei referendum hanno recentemente inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo un incontro per discutere della data delle consultazioni e della necessità di garantire il voto ai fuorisede. Nella missiva, firmata tra gli altri dal segretario generale della CGIL Maurizio Landini e dal segretario di +Europa Riccardo Magi, si sottolinea l’importanza di non aggravare il fenomeno dell’astensionismo e di permettere a tutti i cittadini di esercitare il proprio diritto di voto, indipendentemente dal luogo in cui si trovano.
La mancata estensione del diritto di voto ai fuorisede rappresenta, secondo esponenti del Partito Democratico e vari comitati civici, un passo indietro per la democrazia italiana. La richiesta al governo è di intervenire tempestivamente con una legislazione che permetta a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza, di partecipare attivamente alla vita democratica del Paese.