Vuoti a rendere, Aduc: paghino le ricche aziende non i consumatori

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Nel Decreto Semplificazioni, convertito in legge a fine luglio – afferma Vincenzo Donvito presidente di Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) in una nota che pubblichiamo di seguito –, si prevede il ritiro dei vuoti a rendere, vetro e non solo. Entro fine anno il ministero della Transizione ecologica e il Mise dovranno fissare tempi e modi.
Un disegno di legge del parlamentare M5S Leonardo Salvatore ipotizza una cauzione di 10 centesimi a pezzo e sanzioni per chi non adotterà il sistema.

La notizia ha generato perplessità tra gli operatori. Federdistribuzione: è prioritario migliorare la differenziata, e poi occorre riorganizzare gli spazi dei negozi, valutando anche costi dei trasporti. Così anche Coop Italia (1). Preoccupazione, visto che cercano di deviare dal vuoto a rendere al riciclaggio del vuoto a perdere, essenzialmente per i loro bilanci, evitando novità a favore di migliorie dell’esistente.

A noi vengono in mente i negozi in Germania, dotati di macchine automatiche dove restituire i vuoti in cambio di soldi (2). E vengono in mente alcuni negozi in Italia che già oggi vendono prodotti sfusi, potendo utilizzare propri contenitori.

La questione è probabilmente più semplice di come possa sembrare a chi vede già massaie in fila, maggiori tempi di negozio e meno profitti.

Occorre cambiare approccio: non prima le aziende (e i loro profitti) e poi i consumatori (i costi per loro), ma viceversa.

I beni di prima necessità che si vendono non sono solo un metodo per fare profitti ma essenzialmente un servizio. I bilanci di tutte le grandi aziende del settore non ci sembra siano passivi. Anzi: le continue nuove aperture di punti vendita (Coop, Esselunga e Conad soprattutto, e il prossimo arrivo di Amazon), sono dimostrazione che gli affari vanno più che bene. Al loro bene va prioritariamente considerato il bene comune (ambiente nel nostro caso), che ha un costo con la riduzione dei loro profitti, non certo facendo pagare questo costo ai consumatori.

E’ essenziale questo approccio per consegnare un Pianeta meno in crisi a figli e nipoti e per evitare che abbiano meno soldi per consumare.

Ci auguriamo che questo approccio sia anche nella testa di chi istituzionalmente dovrà decidere.

1 – https://www.alimentando.info/torna-il-vuoto-a-rendere-2-le-perplessita-di-federdistribuzione-e-coop-italia-lad-maura-latini-su-un-argomento-cosi-complesso-dovrebbero-ascoltare-le-imprese/

2 – https://allaboutberlin.com/guides/pfand-bottles

Vincenzo Donvito, Aduc