Wall Street Journal: Terza guerra mondiale già cominciata? L’analisi su scenari globali tra alleanza autocrazie e fragilità dell’Occidente

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Wall Street Journal e la Terza guerra mondiale
Wall Street Journal e la Terza guerra mondiale

Il Wall Street Journal, ne riferisce Massimo Basile su La Repubblica.it, e ne scriviamo ora noi qui,analizza uno scenario internazionale sempre più frammentato e pericoloso, interrogandosi: “La Terza guerra mondiale è già cominciata?” L’articolo esplora la crescente rivalità tra potenze globali che, secondo alcuni, sta ridisegnando il panorama geopolitico e dividendo il mondo in due blocchi contrapposti.

Il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, parlando in Qatar, ha descritto questa contrapposizione come una lotta tra un “mondo in declino” e un “mondo libero”, termine orwelliano che usa per indicare l’asse delle autocrazie composto da Russia, Cina, Corea del Nord e Iran. Una visione che si manifesta in una serie di conflitti paralleli: l’Ucraina, il Medio Oriente, la Siria e le tensioni su Taiwan.

Secondo il quotidiano, il punto di svolta sarebbe stata l’invasione russa della Crimea nel 2014, seguita da sanzioni occidentali considerate deboli. Da allora, il panorama è cambiato radicalmente: Russia e Cina, un tempo alleate occasionali dell’Occidente, hanno costruito un’alleanza con Iran e Corea del Nord. Questa cooperazione si manifesta sul campo con droni e artiglieria forniti da Pyongyang e Teheran per il conflitto in Ucraina e con la Cina che alimenta il complesso militare russo, fornendo il 90% dei microchip utilizzati da Mosca.

Un asse delle autocrazie
L’analisi del Wall Street Journal evidenzia come questo “asse del male” stia testando la sua forza in Ucraina. L’alleanza non ha una struttura formale come la NATO, ma compensa con una crescente simbiosi: la Cina sostiene la Russia tecnologicamente, mentre Mosca fornisce a Pechino sottomarini avanzati.

Secondo Wang Huiyao, presidente di un think tank cinese, “siamo probabilmente sull’orlo della Terza guerra mondiale”. Questo confronto globale vede le autocrazie sognare un ritorno ai fasti imperiali, con la Russia che punta a riaffermare il suo dominio e la Cina che minaccia Taiwan.

Democrazie in difficoltà
Nel frattempo, l’Occidente fatica a mantenere la coesione. Il generale olandese Onno Eichelsheim avverte: “L’unione delle autocrazie è forse più forte dell’unione delle democrazie”. L’incertezza è aggravata da possibili cambiamenti nella leadership americana, con Donald Trump che promette un rapido intervento in Ucraina e minaccia di ritirare gli Stati Uniti dalla NATO se gli alleati non contribuiranno finanziariamente.

Un conflitto senza precedenti
Finora, le superpotenze non si sono scontrate direttamente, ma la fornitura di missili americani all’Ucraina per colpire il territorio russo ha abbattuto tabù storici. Parallelamente, la Russia e la Cina stanno costruendo arsenali che minacciano l’egemonia statunitense.

Il quadro tracciato dal Wall Street Journal invita l’Occidente a non sottovalutare questi segnali: un confronto globale sembra inevitabile, e l’Ucraina potrebbe essere solo il preludio a uno scontro su scala ancora maggiore.