Il manifesto politico di Meritocrazia Italia, alias L’Italia che merita, è riassunto nel video in copertina che raccoglie alcune significative immagini arricchite dalle pillole del suo presidente e fondatore, l’avv. Walter Mauriello, raccolte. e mixate in occasione del IV Congresso Nazionale dell’associazione-movimento, nata da e con avvocati e ora in crescita esponenziale in tutt’Italia grazie ad appartenenti a tutte le “arti e mestieri” di oggi e di domani (prima pubblicazione il 31 ottobre alle 7.42, aggiornamento alle 21.46, ndr).
ViPiu.it, partner mediatico dell’evento insieme a Adnkronos, dando conto anche della mozione finale approvata all’unanimità, ha ampiamente riferito con cronaca e video totali in tempo reale (clicca qui) del Congresso.
Il suo clou, e non poteva essere diversamente, visto il carisma e la spinta ideale del presidente, è nella summa delle sue frasi-flash raccolte nel video insieme alle immagini di istantanee dei relatori di assoluto livello e di uno staff di dirigenti, che MI sta preparando per il futuro.
Frasi e immagini certificano l’evoluzione politica di Meritocrazia Italia, che al governo, ha detto Mauriello, rispondendo a una provocazione dei moderatori che lo vedevano sottosegretario proprio del neo Ministero dell’Istruzione e, guarda caso, del Merito, “ci vuole andare di certo, ma non solo con propri esponenti ma, soprattutto, col suo simbolo“.
Lasciamo alle parole e alle immagini delle espressioni del presidente e del suo staff, “la classe dirigente che stiamo preparando”), del collage video in copertina il valore che hanno per la sensibilità di ogni lettore, senza mediazioni di chi scrive che dovrebbe, ma non vuole, sintetizzare lasciandovi il “merito” di recepirle e valutarle liberamente, ma aggiungiamo alla “visione” di quei frame anche l’ulteriore “visione” che Mauriello, l’ispiratore di Meritocrazia Italia, vi propone tramite noi sul significato delle parole e dei… progetti.
Una sola annotazione ci sia consentita: Mauriello alla parola fondante Meritocrazia ne ha aggiunta un’altra: Genialità, quella che ha contraddistinto la storia dell’Italie e degli italiani e che potrà essere la qualità su cui basare la loro rinascita.
Il direttore
Il rischio è che il tempo cancelli la memoria
Chiusi in parole sentite, facciamo nostre congetture ripescate negli angoli, seppelliamo la verità sotto il percepito.
Su 2 milioni di parole possibile, ne usiamo poco più di 2 mila, su centinaia di pagine sfogliabili ci incantiamo sulla copertina, viviamo immersi nei luoghi comuni, creiamo il mondo che rende facili le cose difficili.
E non capiamo che le cose difficili ci rendono colti, strutturati, preparati alle difficoltà, articolati nel pensiero, ardui da condizionare e convincere.
La sintesi è il valore dell’unione di concetti differenti, non è il riassunto!
Perché in questi benedetti riassunti, che ci vogliono veloci, brevi e diretti, si sono persi i concetti, i fatti, le verità.
La rivoluzione francese è stato lo spartiacque tra l’Antico regime e l’età contemporanea, ha spento il feudalesimo e acceso la luce dell’Illuminismo, ha posto fine ai privilegi acquisiti, ha dato al popolo un potere, ha creato la Carta dei Diritti dell’Uomo, ha parlato al mondo di Costituzione e di Repubblica.
La Rivoluzione Francese è stata la spinta del popolo ridotto alla fame, per lo sfarzo della Corte di Luigi XVI, piegato dalla epidemia, dai rincari del pane, è stata la rivendicazione dei diritti negli Stati Generali, che volevano il popolo in una sconfitta a tavolino, contro clero e aristocrazia.
Ma, tutto questo, per qualcuno, è stato solo “un bagno di sangue”.
C’è chi vuole vedere alla ghigliottina Robespierre, e chi ricorda Jean-Jacques Rousseau: la democrazia, e la separazione dei poteri, ancora oggi il nostro fondamento.
Si eclissa il Giuramento della Pallacorda, l’impegno di rimanere uniti, proprio lì nelle stanze di palazzo, tra i lussi di Versailles, compatti fino alla nuova Costituzione.
C’è chi crede che la rivoluzione è una rivolta, e chi invece sa che la rivolta è sovvertire con violenza, la rivoluzione è il cambiamento.
Rivoluzione agraria, scientifica, tecnologica, digitale, nulla di tutto ciò prevede armi, ma contempla sempre un’avanzata.
La Francia festeggia in parata il 14 luglio, la presa della Bastiglia, la corsa agli armamenti del popolo, la rivendicazione della cittadinanza, il moto dei diritti che dal basso sono emersi, nella consapevolezza che i numeri erano dalla loro.
Meritocrazia Italia, la nostra MI, ha fatto della rivoluzione culturale la propria missione, gentile, garbata. Parlare alle persone, ricostruire la storia e la memoria, dare il tempo e lo spazio e ciò che merita. Fare del pluralismo una risorsa, consapevole che punti di vista divergenti sono l’anima delle soluzioni, e che il benessere riguarda tutti, e quando c’è fa bene a tutti, anche a chi credeva di vivere in mondi dorati.
Certi che l’unione è, ed è sempre stata la soluzione, ma che ha bisogno di una coscienza civile, che tutti dobbiamo ricostruire.
Perché dobbiamo essere la sintesi delle diversità, mai il riassunto del nostro valore.
Grazie MI, perché il significato delle parole, il valore della storia sembrano miti del passato che -in questo telefono senza fili- cambiano, perdono forma, e smarriscono la verità.
Siamo qui per questo!
Ce lo ricordi ogni giorno, in ogni singolo gesto.
La goccia che scava la roccia, oggi incontra le difficoltà di vite apparentemente affollate, del digital, dell’informazione dovunque e comunque, della velocità, del senso di sconfitta senza partita.
Ma abbiamo tanto da cui partire, e molto di più da riconquistare, grazie per avere sempre presente l’obiettivo reale, in mezzo a mille valutazioni di circostanza e di opportunità.
Dove sarai, saró!
Walter Mauriello
Presidente di Meritocrazia Italia