L’agricoltura è un settore che in questa emergenza è riuscito a tenere sostanzialente testa alla contrazione dei consumi che ha colpito in generale tutte le filiere produttive. Questo calo dei consumi è dato soprattutto dalle restrizioni sociali imposte dai protocolli di sicurezza.
Ma proprio la limitazione agli spostamenti, che interesserà ampiamente la Fase 2, potrà ripercuotersi negativamente sulla manodopera agricola, ortofrutticola e vinicola. Enrico Cisnetto, nella puntata di oggi della sua War Room, riproposta come sempre da VicenzaPiu.com qui, sul nostro canale Youtube e in streaming su VicenzaPiu.Tv & Lapiù.Tv, ha interrogato su questo argomento Dino Scanavino (Presidente CIA-Agricoltori Italiani), Andrea Montagna (Amministratore Delegato di Bonduelle Italia) e Ernesto Abbona (Presidente dell’Unione Italiana Vini).
Sebbene continuiamo ad andare a fare la spesa e sulle nostre tavole non ci facciamo mancare quasi nulla, nel settore della produzione alimentare non tutte le filiere sono riuscite a mantenere i livelli pre-emergenza.
Scanavino racconta come settori quali quello florovivaistico e del mercato del fresco siano morti, mentre quello del latte e dei suoi derivati siano invece riusciti a sopravvivere. Analogamente, osserva inoltre Montagna, nel «mercato della quarta gamma», quindi quello ortofrutticolo, i cibi deperibili e quelli preparati per un consumo fuori casa, il cosiddetto «food service», sono stati soppiantati da quelli a lunga conservazione, cibi che quindi maggiormente si prestano ad essere acquistati per fare scorta. «I nostri agricoltori stanno buttando via il 30% dell’insalata che raccolgono perché non c’è uno sbocco per venderla», rivela.
Il fatturato vinicolo, invece, sembra riuscire a mantenersi in piedi, anche se il comparto che ne risente di più sono le vendite dirette, annota Abbona, complice anche il rinvio del Vinitaly che si sarebbe dovuto tenere proprio in questi giorni.
Quello però che spaventa di più gli agricoltori è la mancanza di manodopera che, a causa delle restrizioni sociali, toglierà lavoratori dai campi. Scanavino infatti osserva che la maggior parte della manodopera agricola italiana è costituita da lavoratori provenienti da Romania, Polonia e Marocco: «quest’anno non vengono perché le limitazioni alla mobilità sono simili sia in Romania che qui».
Secondo la UIL, a fronte di un totale di 850.000 addetti alla raccolta nello scorso anno, oggi ne mancano all’appello circa 370.000. Cifra che potrebbe essere coperta dai lavoratori disoccupati, magari facendoli convergere dal sistema del Reddito di cittadinanza, come ha proposto ieri Scanavino ad una riunione con il Ministro dell’Agricoltura e del Lavoro. «Bisogna fare di necessità virtù».
Inoltre, sempre secondo il Presidente di CIA-Agricoltori Italiani, anche la decontribuzione del lavoro (ovvero la riduzione degli oneri previdenziali che gravano sul salario lordo) potrebbe attirare maggior forza lavoro nei campi, dando di conseguenza più competitività al settore italiano rispetto ad altri Stati europei: «Oggi abbiamo il problema che gli stranieri vanno in Germania e non in Italia perché gli imprenditori tedeschi spendono meno per il costo orario del lavoro, anche se il lavoratore prende di più».
Nonostante questo, gli ospiti di Cisnetto sembrano ottimisti. C’è crisi, depressione dei consumi, è vero, ma la ripartenza potrebbe far riaprire gli occhi a qualcuno e cambiare abitudini a qualcun altro. Montagna vede «la luce infondo al tunnel negli occhi degli operai: c’è meno timore, c’è meno paura». Le misure di «distanziamento sociale e la disinfezione giornaliera erano già parte del modo di lavorare» prima del Coronavirus, e seppur localizzata nella Bergamasca, la sua azienda non ha registrato nessun contagio.
Abbona invece propone di riscoprire la propria terra attraverso il vino, elemento imprescindibile della dieta mediterranea, che però si sta sempre più allontanando dalle tavole e dalle abitudini degli italiani: «Dobbiamo sfruttare questa opportunità per riportare il vino nella quotidianità, sul tavolo della mensa».
E attraverso il vino ridare «nelle mani dei nostri figli» l’esperienza della natura dalla quale proviene. «Lavorare sui campi è anche un’esperienza per farsi delle giornate sane; in campagna si lavora a distanza…può essere un’idea per ridare una cultura contadina; abbiamo la miglior qualità di prodotti nel mondo e noi italiano sembriamo staccati da tutto questo», denuncia amaramente il Presidente dell’Unione Italiana Vini.
A mercoledì col prossimo match nella War Room (qui i dibattiti da noi ripresi) che VicenzaPiu.com vi propone come unica testata di Vicenza e provincia licenziataria di Roma InConTra. I dibattiti War Room vengono anche replicati in streaming su VicenzaPiu.Tv & Lapiù.Tv di cui trovi qui il palinsesto in continuo aggiornamento.