War Room di Enrico Cisnetto con Michele Ainis, Sabino Cassese e Gianfranco Pasquino: siamo fuori dalla democrazia?

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Dopo le numerose critiche che anche ieri si sono alzate da alcuni banchi della Camera contro Conte, accusato di portare il Paese in una deriva autoritaria, viene da interrogarsi sulla legittimità costituzionale del suo operato di queste settimane di emergenza. Enrico Cisnetto ha fatto luce su queste questioni nella War Room di oggi, riproposta come sempre da VicenzaPiu.com qui, sul nostro canale Youtube e in streaming su VicenzaPiu.Tv & Lapiù.Tv, insieme al costituzionalista Michele Ainis, Sabino Cassese (giudice emerito della Corte Costituzionale) e Gianfranco Pasquino (professore emerito di Scienze Politiche all’Università di Bologna).

Stiamo veramente assistendo alla sospensione della democrazia? La risposta è unanime tra gli ospiti della War Room: no. Ci sono tuttavia delle osservazioni che vanno fatte. La sospensione delle libertà principali del cittadino va preparata e circoscritta attentamente. Questa limitazione può realizzarsi purché ne sia indicata la scadenza nel testo normativo. Cassese, inoltre, fa notare come la Costituzione, in momenti di emergenza sanitaria, indichi nel Ministro della Salute la figura competente in materia organizzativa, e non il Presidente del Consiglio attraverso i sempre più noti DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri).

La conseguenza di questi atti amministrativi sono la parziale, se non totale, esclusione dal processo decisionale di altri organi come il Parlamento e, pertanto, le opposizioni oltre che la Corte Costituzionale. A parte questo però, il giudice afferma che «è eccessivo parlare di deriva autoritaria», sostenendo che siamo di fronte alla scarsa cura con cui sono stati preparati i decreti ministeriali, mancanza causata dalla fretta di agire più che dal protagonismo di Conte.

A questa visione si unisce quella di Ainis: «il DPCM è un atto solitario, non coerente con le fonti del diritto». Sostiene, infatti, il costituzionalista che un decreto-legge sarebbe stato più adeguato alla situazione attuale, dal momento che alla fine transita nelle Camere «il vero luogo in cui hanno casa anche le opposizioni». Fermo restando che non abbiamo uno statuto di emergenza nella nostra Costituzione, a differenza di quella francese (Art. 16), il decreto-legge sarebbe quindi la corsia emergenziale predefinita, nonostante se ne sia fatto grande uso e abuso negli ultimi tempi.

Pasquino invece, contrariamente a quanto affermano i costituzionalisti, sostiene che «ci sono dei contesti in cui bisogna accettare un elemento di informalità… lascerei uno spazio di discrezionalità per operare nella misura del possibile, perché le condizioni della crisi sono fuori controllo da parte di tutti». «Deriva confusionaria, più che autoritaria» riassume Cisnetto.

Ma a proposito di derive confusionarie, viene da interrogarsi anche sull’operato delle Regioni, che da qualche tempo si palleggiano con il Governo centrale l’attribuzione di competenza delle loro scelte. A tal proposito, Cassese fa notare come la legge del 1978, in merito alle competenze regionali, parla di “Servizio sanitario nazionale”, e nazionale quindi dev’essere anche la risposta alla pandemia.

Il problema sta nel fatto che la sanità ormai si è troppo radicata nei bilanci delle Regioni. Ad esempio, la Lombardia assegna al settore della salute il 77% del bilancio regionale, afferma Cassese. È per questo che i presidenti delle Regioni sono costantemente in pole position nella scena mediatica. «Ci vorrebbero poche regole di condotta», sostiene il giudice, «e poi scrivere delle norme che siano accessibili ai cittadini» riferendosi infine ai testi troppo contorti dei DPCM.

Alla domanda sulla possibilità di un cambio di Governo, invece, Pasquino risponde netto che «bisogna pensare a cambiare i comportamenti, non il Governo» aggiungendo che «dovrebbe cambiare la giunta lombarda, non Conte». Il professore ritiene infatti che, ora più che mai, ci sia bisogno di un esecutivo sostenuto dall’Italia e dall’Europa, e il Parlamento ha il compito di indirizzarlo su questa via.

«Non ricordo chi lo dicesse, ma gli obiettivi di un esecutivo sono: la vita, la proprietà e la libertà. Spero intanto che il Governo italiano salvi il numero maggiore di vite, poi penseremo alla proprietà e alla libertà. Questo sarebbe già un grande successo» auspica concludendo.


A giovedì col prossimo match nella War Room (qui i dibattiti da noi ripresi) che VicenzaPiu.com vi propone come unica testata di Vicenza e provincia licenziataria di Roma InConTra. I dibattiti War Room vengono anche replicati in streaming su VicenzaPiu.Tv & Lapiù.Tv di cui trovi qui il palinsesto in continuo aggiornamento.