Continuando con l’argomento discusso ieri sulla sua War Room, trasmessa in diretta sulla sua pagina Facebook e ripreso da VicenzaPiu.com qui, sul suo canale Youtube e in streaming su VicenzaPiu.Tv & Lapiù.Tv, oggi Enrico Cisnetto ha interrogato i suoi ospiti sulle sorti della pubblica amministrazione nel futuro prossimo, in particolare chiedendosi se la digitalizzazione che in questo momento sta interessando la vita lavorativa degli italiani riuscirà a portare un aiuto concreto alla tristemente famosa situazione della burocrazia italiana.
Di questo, ed altro, Cisnetto ha parlato insieme a Pier Andrea Chevallard, Amministratore Delegato Tinexta, Marco Gay, Vicepresidente vicario Confindustria digitale, e Stefano Quintarelli, membro del Gruppo esperti della Commissione Ue sull’Intelligenza Artificiale.
Vista la nota posizione dell’Italia nella scaletta dell’efficienza burocratica pubblica, ovvero tra gli ultimi paesi nel mondo, viene da chiedersi se l’accelerazione del digitale, che sta invadendo forzosamente (data la situazione) il mondo del lavoro, riuscirà a farci guadagnare qualche posizione. Le aziende sul piano della digitalizzazione si stanno dando da fare, sostiene Chevallard, ma bisogna vedere «quanto questa accelerazione attecchirà nella pubblica amministrazione: le imprese seguono logiche che sono chiare, ma questa è un’occasione imperdibile per mettere in discussione una serie di processi che la governano». Uno dei processi per cui la P.A. collabora con le imprese private è ad esempio lo sviluppo della tecnologia SPID, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale che permette l’accesso ai servizi di pubblica amministrazione. L’identità digitale potrebbe essere «un’area eccellente di integrazione tra pubblico e privato», auspica Chevallard.
Il business digitale in Italia, infatti, viaggia a livelli molto alti, spiega Marco Gay, «un giro d’affari di 70 miliardi». Un fronte, quello digitale, che «dal 2016 cresce mediamente del 2,5-2,8% all’anno, indipendente dal Pil». E un grande impulso ad adottare questa tecnologia l’ha dato l’Industria 4.0, «progetto che abbiamo sposato sia come imprenditori che come rappresentanti di imprese». Ma abbiamo avuto successo con questa riforma? «Non abbastanza» si rammarica l’imprenditore. Questo periodo, però, ci sta dimostrando che «se tu dai tecnologia e aiuti la gente a capire come si usa, le aziende la applicano».
Le grandi speranze per il digitale vanno a focalizzarsi anche sull’intelligenza artificiale e secondo Cisnetto potremo fare «tre gradini con un salto» anche in questa realtà. Stefano Quintarelli però frena subito. «L’intelligenza artificiale è sostanzialmente un modo diverso di scrivere un software». L’immaginario hollywoodiano ci influenza più del dovuto, avverte l’informatico: «Questa roba fa parte già del nostro vissuto…quello delle normali automazioni».
E il 5G? «Anche qui… lo scenario del chirurgo che davanti la chiesa opera a cuore aperto perché si sta sposando la figlia non accade» (riferendosi alla pubblicità della Tim). «Tutto aiuta, ma niente è salvifico». Il 3D, invece, sembra guadagnarci di più in termini pratici. «Nell’attualità di oggi, grazie al 3D, è stato risolto il problema dei respiratori. Usarla con intelligenza è la migliore delle opportunità che abbiamo» conclude Marco Gay.
Il ministro delle PA cosa dovrebbe fare quindi? «Privatizzarla un po’» suggerisce (provoca?) Gay. Quintarelli e Chevallard, invece, concordano sul fatto che «la pubblica amministrazione deve imparare a lavorare sui risultati e non sulle procedure». «Ma questo obbligherebbe la politica a definire degli obiettivi», e questo non è per niente semplice.
A venerdì col prossimo match nella War Room (qui i dibattiti da noi ripresi) che VicenzaPiu.com vi propone come unica testata di Vicenza e provincia licenziataria di Roma InConTra. I dibattiti War Room vengono anche replicati in streaming su VicenzaPiu.Tv & Lapiù.Tv di cui trovi qui il palinsesto in continuo aggiornamento.