Workshop di “Cercando il Lavoro”: boom vivace di idee, esperienze ed opinioni

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Davvero nelle offerte di lavoro di oggi il leitmotiv imperante sarebbe “Cercansi giovani con esperienza“? Dallo sfatare quello che, se non un luogo comune, è senz’altro un semplicismo, si è sviluppato martedì sera 25 gennaio, dalle 18 alle 22 nella sala di Palazzo Cordellina di Vicenza, un lungo discorso a più voci (organizzato da “Cercando il lavoro“, sportello per i disoccupati/inoccupati del comune di Vicenza) che, inframmezzato da tanti interventi ed esperienze diverse, ha fatto emergere un quadro complesso, ricco di tante sfaccettature ma anche di insospettate possibilità.

Nato sulla base di un dato reale problematico quale la disoccupazione, l’incontro gratuito, guidato dalla giornalista Cinzia Zuccon Morgani e presieduto dai relatori Luca Vignaga, Sebastiano Zanolli e Juri Devigili, ha offerto gratuitamente la possibilità, ai giovani e meno giovani presenti, di conoscere meglio e in modo più approfondito lo scenario di crisi che li accumuna e ricavare, se non un aiuto, sicuramente molti spunti e riflessioni utili per affrontare più efficacemente una “stasi” che si auspica solo temporanea.

Il pubblico, circa 60 persone, in verità non era solo composto dai diretti interessati ma anche da addetti ai lavori (formatori), responsabili del personale e imprenditori che paradossalmente non trovano dipendenti.

Era presente anche qualcuno che un lavoro ce l’ha già ma ha pensato bene che informarsi non fa mai male, perché quello in cui viviamo è un tempo in cui tutto corre veloce, informazioni comprese, e se non stai al passo rischi di fermarti.

Un forte cambiamento rispetto al passato che ha tenuto a sottolineare Vignaga, direttore Risorse umane di Marzotto group, ammettendo che “c’è un senso di incertezza giustificata perché il futuro non è prevedibile (la pensione? chissà). Abbiamo davanti un percorso diverso rispetto al passato.”

Ma incoraggia Zanolli, scrittore e speaker,: “dobbiamo accettare il sistema per trarne il meglio. Non ci sono punti di appoggio: il futuro è affar nostro“. Ma questo non deve spaventare; e per non avere troppa paura, “non bisogna credere a tutto“, soprattutto per quanto riguarda il web.

Tanti sono i moderni concetti con cui leggere questa realtà e che possono predisporre ad una maggior proattività illustrati anche dalle slide di Zanolli: personal branding, scomparsa asimmetrica informativa, contaminazione esterna… ma bisogna ricordare che il motore di tutto è la motivazione, che spingendo all’azione si contrappone allo sterile lamentarsi e stimola doti quali la flessibilità, la creatività, la responsabilità, ecc…

Cosa ci viene bene? Chiedete a qualcuno che vi è vicino” suggerisce Vignaga, portando esperienze personali ed aneddoti a sostegno del fatto che a volte il nostro talento non è dove pensavamo e il programma del nostro sogno può barcollare. Tuttavia, anche fare ciò che non ci piace può dare una profonda soddisfazione. Ed energia per andare avanti, a “scalare una montagna che si sale in modo graduale, con pazienza ed umiltà” dice Devigili, psicologo e responsabile di “Cercando il lavoro“, progetto a servizio dei disoccupati del Comune di Vicenza. A continuo contatto con chi si rivolge allo sportello, ha potuto rilevare che a volte i paletti le persone se li mettono da soli, ponendo troppe condizioni per accettare un lavoro. E a volte, specie tra i più giovani, anche la diseducazione ha il suo peso: “Esiste la falsa credenza/pretesa di arrivare subito a quel che si vuole“. E aggiunge: “In molti tentennano a mettersi in gioco, soprattutto fra i giovani, anche semplicemente ammettendo di non avere competenze sufficienti“. Importante è infatti chiedersi dove si sta andando ma anche cosa si sta offrendo.

Quella che può essere vista come una condizione svantaggiosa può divenire una fonte di nuove opportunità, “una possibilità irripetibile di creare un’opera d’arte“, prospetta Zanolli. Se non ci si sofferma sulla lettura negativa delle cose ma si passa a chiedersi “cosa posso fare io?“, tutto cambia. E anche un dato solitamente rilevato come svantaggioso, può giocare a proprio favore: “la globalizzazione è democratica: siamo tutti uguali di fronte a questo” – continua Zanolli – “E’ importante differenziarsi. Acquisire la capacità di risolvere problemi sempre più difficili restringe i competitors e ci rende più vendibili sul mercato del lavoro“. Le aziende, in fondo, si chiedono che cosa può portar loro, in più, un nuovo collaboratore; e lo valutano non solo in base al curriculum presentato, ma anche sull’onda, umanamente parlando, della prima impressione. E già, perché l’immagine conta, e si dovrebbe verificare se corrisponde al proprio obiettivo.

L’offrirsi di lavorare implica oggi considerazioni diverse dal passato; e questo vale anche per la ricerca di lavoratori da parte dei datori: “Il sistema è velocissimo e ci vuole olio, per l’ingranaggio: la relazione.” Continua Vignaga. E afferma: “I compartimenti stagni sono dannosi anche produttivamente“.

Già, in un’era che sembra privilegiare la tecnologia, l’instaurare relazioni umane, anche quantitativamente, resta determinante, sia per farsi conoscere, sia per mostrare ciò che si è e si sa fare e per avere più alternative. “Sono come un investimento prospettico” chiarisce, efficace, Zanolli.

Scaduto il tempo dedicato alla serata, è Devigili a concludere, e lo fa rivolgendo due esortazioni: una alle aziende, invitate ad essere più disponibili nel battere altre strade, ed una ai candidati: “Ragazzi, mettetevi in gioco di più!“.

Risposte assolute o tante certezze forse non ne sono state (saggiamente) date, ma all’uscita, su molti visi, c’era un barlume di speranza in più.