
(Adnkronos) – Attacco statunitense contro un centro di detenzione per migranti a Saada, roccaforte Houthi nel nord dello Yemen. A riportare la notizia sono i media dei ribelli Houthi, secondo i quali il bilancio è di 68 vittime al momento. "La Protezione civile ha annunciato che 68 migranti africani sono stati uccisi e 47 feriti nell'attacco statunitense che ha preso ha colpito un centro per migranti illegali nella città di Saada", ha riferito il canale televisivo ribelle Al-Massirah. "Le squadre della protezione civile e della Mezzaluna Rossa stanno continuando i loro sforzi sulla scena del crimine americano", ha continuato il canale. Intanto l'esercito americano ha ammesso di aver condotto oltre 800 attacchi in un mese. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha accusato l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, di aver preso parte attiva all'attacco del 7 ottobre. "L'Onu è diventata un organismo corrotto, anti-israeliano e antisemita. Prove evidenti dimostrano che, sotto l'Onu e il suo segretario generale, l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha impiegato terroristi che hanno preso parte attiva al massacro del 7 ottobre, è un'agenzia di Hamas", ha detto in una conferenza stampa che si tiene mentre la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite apre una settimana di udienze sugli obblighi umanitari di Israele nei confronti dei palestinesi. "Proprio in questo momento, la Corte internazionale di giustizia sta iniziando le deliberazioni di un altro procedimento vergognoso contro Israele", ha affermato il ministro degli Esteri, aggiungendo che Israele ha scelto di non presenziare alla discussione per "non prendere parte a questo circo. "Non è Israele che dovrebbe essere processato", afferma Sa'ar, ma piuttosto l'Onu e l'Unrwa, che coordina quasi tutti gli aiuti a Gaza. È salito a 46 morti il bilancio della potente esplosione avvenuta sabato scorso nel porto di Shahid Rajaee, vicino Bandar Abbas, nel sud dell'Iran. Lo ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Irna, citando Mehrdad Hassanzadeh, il responsabile della gestione delle crisi nella provincia di Hormozgan, secondo cui la maggior parte degli oltre mille feriti è stata dimessa dagli ospedali. Restano "138 feriti ancora in ospedale", ha aggiunto. L'esplosione, udita a decine di chilometri di distanza, è avvenuta su una banchina del porto di Shahid Rajai, attraverso il quale transita l'85% delle merci iraniane. Il porto strategico si trova nei pressi della grande città costiera di Bandar Abbas, sullo Stretto di Hormuz, attraverso il quale passa un quinto della produzione mondiale di petrolio, circa mille chilometri a sud di Teheran. L'agenzia di stampa iraniana semi-ufficiale Tasnim, citando il capo della Compagnia per le comunicazioni sulle infrastrutture, ha fatto sapere di aver sventato ieri uno degli attacchi informatici più diffusi e complessi contro le infrastrutture iraniane, aggiungendo che sono state adottate "misure preventive". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)