Covid, Anaao Assomed contro video tutorial YouTube di Azienda Zero. Regione Veneto: “ironia fuori luogo”

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“La formazione last minute la fai su YouTube”, “assistere e curare persone malate di Covid-19, non è come preparare una torta o apprendere i passi di un balletto”. Così in due comunicati di ieri e di oggi Anaao Assomed Veneto e Annamaria Bigon, rispettivamente il sindacato dei medici ospedalieri e la consigliera regionale del Partito Democratico attaccano i video pubblicati sul canale di Azienda Zero.”Questa associazione sindacale ritiene inaccettabile e pericoloso disporre la formazione “last minute” per un’assistenza ad elevata intensità di cura a pazienti con rischio evolutivo in area critica attraverso soluzioni video scorciatoia come quelle proposte, video per nulla esaustivi, di tre o quattro minuti. Assistere pazienti in pericolo di vita non è come eseguire ricette di cucina trovate sul web – scrive ancora Assomed -. Destano imbarazzo posizioni per giunta ufficiali da una “Unità di crisi” che rischiano di aprire le porte al far west e a un’improvvisazione grottesca. Siffatti modelli formativi e organizzativi inducono infatti solo distorsioni e disorganizzazione di elementari principi di sicurezza delle cure, dove tutto si scarica sul personale sanitario, già molto provato, in nome dell’arte italica di arrangiarsi“.

Ancora una volta questa pandemia rivela sempre di più la fragilità programmatoria ed organizzativa con confuse ed illegittime deroghe alle nostre competenze. Affronteremo su Youtube la seconda ondata pandemica?  – prosegue la nota di Assomed -. Poiché non sappiamo quando finirà questa drammatica emergenza, continueremo a contrastare atteggiamenti e imposizioni rischiose, per tutelare i cittadini e i nostri colleghi“.

Bigon parla invece di “scorciatoie inaccettabili in un ambito così delicato: c’è il rischio di compromettere il quadro clinico dei pazienti, con le conseguenze tutte scaricate sul personale sanitario, già in sofferenza da troppo tempo per le carenze di organico“.

A stretto giro arriva la risposta coordinatore del Comitato di Crisi regionale del Veneto per la gestione del Covid-19 istituito con delibera 1474 del 3/11/2020, dottor Paolo Rosi: “Premesso che numerose riviste scientifiche internazionali, tra cui il New England Journal of Medicine, utilizzano con molta frequenza questa modalità, risulta del tutto fuori luogo l’ironia dell’ANAAO sull’impiego della piattaforma Youtube per diffondere contenuti formativi ai professionisti sanitari. Non si vede infatti per quale motivo si debba ritenere svilente l’utilizzo di un media che consente a tutti un facile ed immediato accesso e fornisce la possibilità di far pervenire le informazioni a chiunque ne sia interessato. Quanto all’impiego dei filmati a fini formativi, la prima Regione ad aver adottato il loro utilizzo per la formazione dei professionisti è stata la Lombardia, seguita poi da molte altre Regioni italiane, tra le prime il Veneto, al punto che la Regione Lazio, sul proprio portale per la formazione, rimanda proprio ai filmati realizzati dalle Regione del Veneto. Le metodiche di supporto di ossigenoterapia ad alti flussi e di ventilazione supportata dal casco da CPAP sono nate proprio per l’impiego nei reparti ordinari, al fine di prevenire la necessità di ricovero in terapia intensiva. Con la deliberazione 552 del maggio scorso la Regione ha individuato 334 posti di pneumologia ad alta intensità di cure, dotati di tutte le apparecchiature per il supporto ventilatorio sub-intensivo. Oggi, di fronte al costante aumento dei ricoveri, in molti reparti ordinari degli ospedali del Veneto si sta già da giorni utilizzando l’assistenza respiratoria con ossigenoterapia ad alti flussi e CPAP. Con la nota criticata da ANAAO si è voluto estendere questa attività a tutti gli ospedali, in modo da garantire su tutto il territorio regionale lo stesso livello assistenziale. I filmati sono solo una parte del percorso formativo e si limitano a descrivere gli aspetti puramente tecnici dell’impiego delle apparecchiature; gli aspetti clinici, che in larga parte sono già patrimonio professionale dei medici e degli infermieri, saranno approfonditi in sede locale grazie al contributo dei medici intensivisti e degli pneumologi, come chiaramente specificato nella nota predisposta dall’Unità di Crisi. Questi ultimi – conclude Rosi – avranno anche il compito di sovrintendere a tutta l’attività assistenziale, supportando i colleghi nel monitoraggio dei pazienti e garantendo l’immediato intervento in caso di peggioramento delle condizioni cliniche”.


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