Coronavirus in Veneto, Zaia: “in corsia anche senza specializzazione, ci mancano pneumologi”

Il pesidente del Veneto ha anche commentato il 'caso Crisanti' sollevato da Bruno Vespa: "vicenda dolorosa"

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conferenza stampa di Luca Zaia del 28 ottobre
Conferenza stampa di Luca Zaia del 28 ottobre

Luca Zaia insiste sui tamponi fatti dai medici di base, per non intasare i pronto soccorso e togliere cure a chi ne ha più bisogno. Entro 48 ore, ha annunciato il presidente del Veneto, avremo un protocollo da dare ai medici per la sicurezza loro e dei pazienti. “In questo momento la nostra sanità regge e lo farà ancora per diversi giorni. Ci mancano pneumologi – ha aggiunto il governatore -. Nessuno toglie professionalità a un intensivista o un pneumologo, tutto è controllato e seguito, ma in fase emergenziale dobbiamo pensare alle cure dei cittadini. Se i cittadini non collaborano abbiamo il problema dell’assembramento nel pronto soccorso, del panico”.

“Nei prossimi giorni vi aggiornenremo sulle cure domestiche e sul plasma iperimmune – ha aggiunto Zaia -. Abbiamo 740 posti a Monselice, Valdobbiadene e altri ospedali dismessi”.

“Crisanti è una vicenda dolorosa” si è limitato a dir einfine Zaia sul caso anticipato dal Gazzettino che coinvolge Bruno Vespa, la rivista Nature e la dottoressa Russo e il professore di Padova per quanto riguarda il primo turno di tamponi a tappeto a Vo’ Euganeo, primo paese del Veneto colpito dal Covid. Crisanti secondo la versione di Vespa sarebbe arrivato solo per il secondo turno di tamponi millantando poi l’intuizione e il ‘metodo Veneto’.

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