Zaia animal-ambientalista? Associazioni della caccia unite contro la Regione Veneto. E Confavi nazionale si scaglia contro il Giornale di Vicenza per il bracconaggio

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Giulia Sottoriva Confavi
Giulia Sottoriva, presidente Confavi

Le associazioni di cacciatori veneti, Cultura Rurale, Confavi, Acv e Italcaccia hanno inviato alla Giunta regionale del Veneto guidata da Luca Zaia una dura risposta alla nota dirigenziale sulla caccia diramata il 10 novembre 2023, protocollata e diramata dal direttore Pietro Salvadori.

“Dalla lettura della nota diramata dalla Giunta regionale del Veneto a firma di un suo dirigente – è scritto nella lettera firmata da tutti i presidenti – viene da chiederci se la stessa nota è stata partorita dalla Giunta regionale o da un esponente di una delle tante associazioni animal-ambientaliste operanti sul territorio regionale”.

“Vengono fornite soggettive interpretazioni delle normative vigenti che corrono il rischio di mettere in ginocchio molti praticanti l’attività venatoria in Veneto -aggiungono – già duramente provati da una serie di discutibili controlli da parte di alcuni organi di vigilanza che a loro volta parrebbero fornire interpretazioni singolari e soggettive alle normative vigenti.

“Prendiamo atto con profondo rammarico della mancata volontà della Giunta regionale di convocare urgentemente un incontro durante il quale tutti i presenti avrebbero potuto fornire alla Giunta regionale tutti gli elementi conoscitivi di cui la Regione stessa lamenta la mancanza con la sua nota dirigenziale”, è la conclusione.

Ma c’è un altro fronte di lotta cavalcato dalla presidente nazionale della Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane, Giulia Sottoriva, che supporta la posizione presa dall’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato. Nel mirino è finito un articolo de Il Giornale di Vicenza uscito sabato 11 novembre e intitolato “Maxi giro di vite al bracconaggio, fioccano denunce”, sull’operazione “Pettirosso” svolta nel 2023 sul territorio berico dai carabinieri forestali.

“Articolo fazioso – afferma Sottoriva – nel quale sembrerebbe che fossero stati individuati numerosi cacciatori di frodo e un giro d’affari illecito di richiami vivi”.

“Ma se un semplice cacciatore in possesso di porto d’armi che paga annualmente la tessera assicurativa, tutte le tasse di concessione, le quote per accesso agli Ambiti Territoriali di Caccia o ai Comprensori Alpini viene definito bracconiere solamente perché acquista da un rivenditore autorizzato in assolutissima buona fede dei richiami vivi, come può essere definita una persona che dovrebbe far rispettare le leggi ma è la prima a non rispettarle?”

Sottoriva chiede modifiche alla legge statale 157/92 e ha anche inviato una lettera al Governo lo scorso 27 ottobre nella quale ha invitato le autorità preposte ad utilizzare mezzi e personale per contrastare la malavita organizzata.

“Ci rendiamo conto che andare ad accerchiare un ‘pericolosissimo’ anziano mentre esercita la caccia da capanno sia molto più comodo e meno pericoloso che andare a cercare i malviventi, i narcotrafficanti o i criminali ma riteniamo che qualsiasi norma debba essere applicata con buon senso e rispetto nei confronti di onesti cittadini”.