“Io me lo ricordo Zaia pr all’Odissea di Spresiano. Dopo un concerto dei Pitura Freska è entrato in camerino domandandoci se volevamo delle troie per il post concerto. Ora è il nostro governatore”. Questo post condiviso da Natalino Balasso il 7 maggio 2020 accompagnato dalla frase “se lo dice Furio…”, (alias Marco Furio Furieri, musicista veneziano ex membro appunto dei Pitura Freska) è il motivo della denuncia per diffamazione nei suoi confronti che lo porterà a giugno davanti al gip che dovrà decidere se archiviare o no le accuse. Il sassofonista veneziano aveva rimosso il post sostitutendolo con una presa di distanza: “Il post su Luca il governatore è falso e lesivo nei suoi confronti e verso di me, diffido dal condividerlo. E’ una fake news. Non siate sciocchi!”. Balasso invece non ha mai rimosso il post, perché, spiega oggi, nessuno gliel’ha mai chiesto. La vicenda è stata illustrata ieri dal presidente del Veneto Zaia durante la conferenza stampa di aggiornamento sul Covid. Conferenza a cui poi l’attore rodigino ha risposto su Facebook.
La colpa di Balasso secondo Zaia sarebbe proprio quella di non aver rimosso il post permettendo che mantenesse grande visibilità e che si facessero commenti pesanti sotto al suo post, proprio nel momento in cui il Veneto usciva dal lockdown per Covid. “Io all’Odissea sarò stato due tre volte ma lavoravo in altri locali, i Pitura Freska lì non hanno mai suonato e io non li ho mai conosciuti” ha detto Zaia, aggiungendo che Balasso “è l’unico artista che in vita mia ho dovuto denunciare, quindi non posso accettare che si dica che io metto il bavaglio. Un medico si era inventato che io ero un drogato, potevo rovinarlo invece io non ho mai chiesto soldi. Una persona seria ed educata – ha aggiunto ancora il presidente del Veneto, evita di occupare i tribunali e ammette di far fatto una cazzata e chiede scusa.
“E così abbiamo scherzato. Da un anno c’è gente che lavora per costruire una trappola giuridica attorno al sottoscritto e a quasi 200 altre persone, quando bastava tirare su un telefono, ma abbiamo scherzato. Diciamo al tribunale, ai giudici che abbiamo scomodato, alla macchina già intasata della giustizia che contribuiamo a ingolfare con una mole di denunce e querele evitabilissime, che in realtà era solo una cazzata, come dice Zaia. Sì, da regnante d’altri tempi dà un buffetto al suo suddito indisciplinato e dice, “Basta che chieda scusa, che dica ho fatto una cazzata e la finiamo lì”.” scrive su Facebook Balasso. “Ma in questo caso non ho lanciato nessuna accusa, nessuno mi ha mai contattato per dire che il post condiviso era stato smentito dal suo autore. Sicuramente mi dispiace umanamente, per l’empatia che mi sento di provare nei confronti di chi dice che ci è rimasto male e che ci ha sofferto, ecco, mi dispiace, ma invece di meditare vendette legali, sarebbe stato molto meglio, anche per evitare altro disagio alla sua famiglia, tirare su il telefono, se era così importante. Se davvero voleva le scuse non avrebbe dovuto pretenderle un anno fa?
Ovviamente non è che posso aspettare le conferenze stampa e leggere tutti i giornali del veneto per sapere com’è andata la faccenda, né credo che debba essere la velina di un giornale a spiegarmi come devo comportarmi, perciò a giugno mi presenterò al tribunale di Venezia e sentirò cosa il gip mi vuole chiedere. Forse sarò una persona semplice, ma per me la convocazione di un giudice non è uno scherzo. Rngrazio il sig. Favero (ex sindaco leghista di Montebelluna e attuale consigliere regionale, n.d.r.) che mi dice oggi quello che dovevano dirmi un anno fa e tutto si sarebbe risolto. Il signor Favero mi fa notare che se è uno screen shot rimane. Per questo nonostante le mie ricerche nemmeno io ho trovato il post. Lo cancello in questo momento – conclude Balasso – ma fino a oggi c’era”.