

Le parole pronunciate dal presidente del Veneto Luca Zaia, all’indomani della tragedia di Valdagno, dove due persone hanno perso la vita a causa di un’alluvione improvvisa, hanno riaperto vecchie ferite e scatenato nuove polemiche. Rifondazione Comunista, con una nota diffusa nelle ultime ore, non usa mezzi termini: “Zaia si accorge solo ora dell’emergenza dissesto idrogeologico, ma la Regione è da anni in cima alla classifica nazionale per consumo di suolo e cementificazione”.
Il comunicato del partito – secco e diretto – rinfaccia al presidente veneto di aver dato priorità ad altre opere pubbliche, ben lontane dalle reali esigenze ambientali e di sicurezza del territorio. Due nomi su tutti: la pista da bob per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina e la Superstrada Pedemontana Veneta. “Due progetti miliardari – si legge – che drenano i soldi dei cittadini, mentre il territorio veneto affoga letteralmente per mancanza di interventi strutturali e prevenzione”.
Secondo Rifondazione, la Regione ha scelto per anni la strada della “impermeabilizzazione” e della “cementificazione selvaggia”, contribuendo ad aumentare la fragilità idrogeologica del territorio. “L’alluvione Vaia nel bellunese, le acque che non defluiscono a Vallà di Riese, la tragedia di Valdagno: non sono calamità naturali, ma frutto di scelte politiche sbagliate e miopi”.
Nel mirino c’è anche il governo Meloni, colpevole – secondo Rifondazione – di anteporre le spese militari agli investimenti ambientali. “Zaia dovrebbe smetterla di recitare la parte dell’oppositore sdegnato. Questo è il suo governo, che lui sostiene politicamente. Invece di invocare aiuti, dovrebbe chiedere scusa ai veneti per l’inerzia di anni e per aver affossato ogni reale politica di rinaturalizzazione dei fiumi e stop al consumo di suolo”.
Rifondazione rilancia le sue priorità: “Messa in sicurezza del territorio, blocco delle colate di cemento, recupero del reticolo idrografico minore, cura dei corsi d’acqua, rilancio delle opere idrauliche realmente utili. E basta sprechi per eventi e infrastrutture inutili”.
Il disastro ambientale, ormai sistemico, secondo il partito non ha bisogno di nuovi annunci, ma di un’inversione radicale di rotta. Il presidente Zaia, concludono, “non può più lavarsene le mani con comunicati e promesse: la Regione deve cambiare strategia, e deve farlo subito”.