Zaia ed elezioni presto per ritorno invernale del Coronavirus, Pci Veneto: “ma non è il contrario? E campagna di chi non è in Consiglio?”

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Elezioni, Zaia ha fretta
Elezioni, Zaia ha fretta

Leggiamo con stupore, si legge nella nota che pubblichiamo del Partito Comunista Italiano e della Federazione Giovanile Comunista Italiana – regione Veneto, le recenti dichiarazioni del presidente della regione Veneto Luca Zaia in relazione al rinvio delle elezioni regionali: “Nel limite del possibile, anche rispettando il tema sanitario, io penso che sia fondamentale farle (le elezioni) il prima possibile. Sento discorsi di novembre, dicembre, io vorrei ricordare che è una follia (…) farle in autunno vuol dire non prendere in seria considerazione che ci sarà comunque una recrudescenza del coronavirus. Rischiamo di non farle più. Bisogna comunque star fuori dalla fase autunnale (…) comunque ci sarà un ritorno (…)“.

Bisognerebbe chiedere a Zaia il perché di certe affermazioni. Come può sapere che in autunno ci sarà una “recrudescenza” del coronavirus? Che notizie ha (o può avere) al riguardo? E perché, fare le elezioni il prima possibile ci salverebbe, invece, da una “recrudescenza” immediata? Ha, forse, qualche certezza? E, poi, se le elezioni fossero fatte prima dell’estate, come sarebbe garantita la possibilità a chi non è presente in consiglio regionale di presentare una lista e di fare una campagna elettorale adeguata?

Abbiamo assistito con preoccupazione e apprensione quando la Francia ha deciso di effettuare comunque il primo turno delle elezioni amministrative quando l’epidemia di coronavirus stava iniziando in Europa. Non sappiamo ancora quando sarà possibile finire questa fase di “quarantena” e iniziare a ipotizzare un ritorno graduale (che sarà, plausibilmente, molto lungo) alla normalità e il presidente Zaia vorrebbe fare le elezioni, con le aggregazioni di persone che abitualmente ci sono.

No, anche se siamo abituati alle giravolte che Zaia ha fatto negli ultimi mesi (chiudere tutto, anzi no, riaprire tutto) non capiamo questa sua “uscita” che ci sembra inopportuna e tutt’altro che tranquillizzante. A meno che il presidente della nostra regione non pensi che sarebbe meglio farle il prima possibile per qualche motivo elettoralistico … che, forse, se si aspetta qualche mese sarebbe più complicato mantenere il consenso che credeva di avere. Qualche dubbio è più che giustificato anche se, però, sarebbe meglio non ritenerlo tale.

Resta, comunque, un fastidioso retrogusto di inadeguatezza, allarmismo e incompetenza. Tutte cose delle quali non avremmo bisogno, soprattutto nella situazione attuale.

Partito Comunista Italiano e Federazione Giovanile Comunista Italiana – regione Veneto.