Luca Zaia in Veneto non si tocca: questo il pensiero di Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le autonomie nel governo Meloni. Solo un estratto dell’intervista raccolta da Giovanna Casadio per La Repubblica.
Causa di spaccature nel fronte del Centrodestra, il terzo mandato per i presidenti delle regioni (e per i sindaci delle grandi città), non poteva mancare tra le domande. Per di più a uno dei maggiori esponenti della Lega, ovvero il partito che spinge per la modifica dei limiti di ri-candidabilità proprio per Luca Zaia.
Alla domanda sul tema, Calderoli ha risposto: “La volontà politica di ciascun partito va rispettata. Però la sovranità appartiene al popolo, che decide nelle urne. Si vota l’anno prossimo e quindi c’è tempo per discutere. Luca Zaia è un cavallo di razza, come politico, come amministratore e umanamente. Quando ero ricoverato in ospedale, veniva a trovarmi ogni domenica. Mi piace ricordarlo, per dire la qualità dell’uomo”.
Quali, allora, le mosse del Carroccio in Parlamento? “Decidono i gruppi parlamentari cosa fare – ha risposto il ministro -. Ma la nostra è una posizione politica e resta tale: se deve esserci una scelta democratica non può esserci limite. Oppure facciamo come i 5Stelle”, quindi: due mandati massimo per qualsiasi carica politica, parlamentari compresi. “Io ovviamente non sono d’accordo – ancora Calderoli -, ma a quel punto è più coerente. È un limite autolesionista, è evidente. Quando con il tempo alcuni grillini erano diventati bravi, li hanno mandati a fare i posteggiatori”.
Fonte: La Repubblica