Oggi il presidente del Veneto Zaia, in attesa di sapere se la nostra regione sarà arancione, con conseguenti misure restrittive annesse (si attende in giornata la conferma dell’Iss), o se sarà verde, perché sì c’è anche questa possibilità, è tornato nel punto stampa di Marghera a parlare di tamponi. Zaia insiste sul fatto che i medici di base debbano fare i test rapidi nei loro ambulatori e che se si rifiutano, in base al contratto modificato appositamente dalla Regione, verranno sanzionati. Oggi ha aggiunto che, dato che “siamo mammiferi”, si adopererà per fare in modo che i tamponi rapidi possano essere effettuati anche dai veterinari.
Ma intanto i sindacati dei medici non sono d’accordo nel fare i tamponi. Ha fatto scalpore per esempio la lettera inviata a Zaia e a Speranza “vadano loro a fare i tamponi” da Franca Mirandola, medico di base di Verona e sindacalista di Fismu, infettata da un paziente, che dopo essere tornata a casa finita la convalescenza di 7 mesi in ospedale ha scritto una lettera al governatore veneto e al ministro della Salute.
“Presidente, con questa lettera non le faccio sconti e ci metto la faccia come medico e sindacalista, anche perché come medico di famiglia, in questo mesi, ho dovuto metterci, purtroppo, anche il mio corpo e la mia salute. Dopo 7 mesi sono finalmente uscita dall’ospedale dove i miei colleghi (che ringrazio ogni giorno) mi hanno curato da questa “bestia”, il Covid-19, che mi ha colpito duramente portandomi due volte in fin di vita in rianimazione (ma ancora lotto con le conseguenze della malattia). Un “male” che mi ha preso in “ostaggio” molti mesi fa mentre facevo appunto il mio lavoro, tra i miei pazienti, senza, purtroppo, adeguati dispositivi di sicurezza, assenti per precise responsabilità politiche”.
“Torno a casa, parlo con i miei colleghi e mi ritrovo in mezzo a questa vergognosa polemica. Mesi fa, ci avete detto che eravate impreparati, la Regione, ma anche il Governo centrale, ora dopo molti mesi siamo ancora una volta disarmati, eppure da mesi chiediamo assunzioni per potenziare il territorio, ma voi non avete fatto nulla in tal senso. Ancora una volta il copione è lo stesso: mettere in trincea i medici. In questo caso, per i tamponi, sono di nuovo quelli di famiglia, di continuità assistenziale e del 118. Sempre puntando sull’emergenza e il sacrificio delle persone, come è già successo con me”.
Per fare un tampone, basta fare un mini corso non è necessario un medico, vada lei è la sua giunta a farli, magari viene anche il ministro Speranza (che ha tanto celebrato l’accordo nazionale) senza dispositivi di sicurezza, come chiedete a noi. Il Politico, il buon amministratore che ama fare il decisionista a volte può anche dare il buon esempio, visto che quello cattivo lo avete già dato.
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