“Una sala comunale dovrebbe essere aperta a tutti i cittadini, senza distinzioni politiche o ideologiche, in rispetto dei principi fondamentali della Costituzione che garantiscono la piena dignità e uguaglianza di tutti i cittadini. Negare l’accesso a una sala comunale sulla base delle opinioni politiche di un gruppo o delle simpatie ideologiche è un’azione che va contro questi principi costituzionali“; lo scriveva ieri Enrico Zogli (Segreteria del Partito della Rifondazione Comunista di Vicenza).
Il caso dell’ex sindaco Rucco, che ha negato l’accesso alla sala civica al Partito della Rifondazione Comunista per discutere delle foibe, evidenzia un atteggiamento discutibile nel limitare il dibattito su temi storici e politici – aggiunge Zogli -. Analogamente, l’attuale sindaco Possamai sembra replicare tale comportamento, rifiutando l’accesso a giornalisti che intendono discutere della guerra nel nuovo confine orientale la sala “tacciando di filoputinismo due giornalisti che cercano di raccontare la guerra di un nuovo confine orientale a partire dalle minoranze russofone del Donbass che subiscono una decennale compressione analoga dei loro diritti, fra cui la chiusura delle scuole di lingua russa“.
Entrambe le amministrazioni, nel negare l’uso degli spazi comunali per motivi politici, sembrano violare i principi costituzionali di libertà di riunione, libertà di pensiero e uguaglianza dei cittadini. La decisione di negare spazi comunali per ragioni politiche è considerata discriminatoria e illegittima.
Il Partito della Rifondazione Comunista – conclude Zogli per Rifondazione comunista di Vicenza– chiede al sindaco Possamai di riconsiderare la sua decisione e di rispettare la Costituzione italiana, anche quando le opinioni discusse sono in contrasto con la sua visione geopolitica. La richiesta si basa sulla necessità di difendere i principi democratici e garantire il rispetto della libertà di espressione e del diritto di riunione per tutti i cittadini.