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Musica e film non sono beni essenziali. Libri e giornali invece sì. Sembra una guerra tra poveri, date le condizioni dell’editoria italiana e dei negozi indipendenti di musica e film, stravolti da internet. Eppure c’è. Stefano Branco, titolare di Filmusica, negozio di musica e cinema a Valdagno, segnala a ViPiu una sorta di discriminazione nel mondo della cultura: le librerie infatti possono rimanere aperte, ma i negozi di dischi no. “Ad ogni zona rossa -spiega – i negozi di dischi non vengono mai citati, sono dimenticati dalle istituzioni. Se le librerie sono aperte perché vendono cultura, perché i negozi di dischi sono chiusi? La musica non è cultura? C’è cultura di seria A e di serie B?”.
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I negozi indipendenti, come librerie, cartolerie e appunto negozi di dischi e film, fanno fatica, per diversi motivi tra cui la diversa fruizione di musica, film, libri e notizie, indipendentemente dal Covid, come del resto vi abbiamo già documentato intervistando alcuni negozianti a San Felice e San Pio.
Per quanto riguarda i dischi, c’è chi prova a fare rete per resistere insieme. “Siamo pochi ormai negozi di dischi, ma ci siamo – ci spiega ancora Branco – a Vicenza ed in tutta Italia (con vari negozi abbiamo creato un piccolo gruppo di lavoro “Disc8li”).