Cassazione, pene ridotte per Zonin e gli ex vertici della Banca Popolare di Vicenza

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Zonin condanna
Zonin

La Corte di Cassazione ha ridotto definitivamente le pene per Gianni Zonin e altri ex vertici della Banca Popolare di Vicenza, chiudendo un decennio di processi legati al crac dell’istituto vicentino.

La decisione è arrivata nella tarda serata di ieri, martedì 8 aprile 2025. Per Zonin, ex presidente della Popolare, la pena definitiva scende a 3 anni e 5 mesi, ulteriormente ridotta rispetto ai 3 anni e 11 mesi stabiliti in appello e dimezzata rispetto alla condanna di primo grado. Stessa sorte per Andrea Piazzetta, ex vicedirettore generale, cui è stata inflitta la medesima pena.

Condanna definitiva anche per Emanuele Giustini, anche lui ex vicedirettore generale: è stata disposta una riduzione di 108 giorni rispetto alla sentenza precedente, rispetto alla sentenza precedete (2 anni 7 mesi e 15 giorni). Per Paolo Marin, ex vice della banca, la Corte ha ordinato una nuova valutazione da parte della Corte d’Appello su uno dei capi d’accusa, per il quale è stato riconosciuto il non aver commesso il fatto.

Diversa la situazione per Massimiliano Pellegrini: la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello nei suoi confronti, disponendo un nuovo processo.

Tutti gli imputati erano accusati, a vario titolo, di aggiotaggio, ostacolo agli organismi di vigilanza e falso in prospetto. La vicenda giudiziaria si inserisce nel quadro del crollo finanziario che ha colpito duramente azionisti e risparmiatori nel territorio vicentino e in tutto il Veneto, lasciando ferite ancora aperte nella memoria collettiva.

Da Il Corriere del Veneto raccogliamo una dichiarazione resa a margine della decisione da Michele Vettore, avvocato di parte civile: “La riduzione di pena era prevedibile, considerato il lungo tempo trascorso dalla commissione dei fatti. La condanna era scontata, tuttavia le fattispecie di reato per cui si è proceduto non gratificano gli ex soci Bpvi, ma solamente Consob e Banca d’Italia che, come da noi sempre sostenuto, avrebbero dovuto invece essere parimenti condannate per non avere esercitato correttamente il loro compito di vigilanza. In conclusione, si può certo dire che sia stata fatta giustizia“.