Zonin e la Parrocchia: sul Corriere Economia la donazione della villa in collina lunga 45 anni

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La piccola Parrocchia di San Nicolò, sulle colline di Montebello Vicentino, ha appena perfezionato la donazione ricevuta dai fratelli Zonin, i fondatori dell’impero vinicolo. Solo con un «leggero» ritardo: più o meno 45 anni. Un paio di generazioni di sacerdoti, economi, sagrestani ecc. se n’erano dimenticati.

La prima conseguenza è intuibile: gli Zonin che l’11 luglio 1974 regalarono alla parrocchia quella bella casa in collina (309 metri quadrati complessivi) a due passi dalla chiesa, oggi avrebbero tra i 121 e i 103 anni. Da tempo sono passati ad altra vigna, compreso Domenico (1899-2001), il fondatore-capo della casa vinicola, una delle più importanti in Italia.

L’accettazione

La legge dice che la donazione si perfeziona solo nel momento in cui l’atto di accettazione è notificato al donante altrimenti può essere revocata. Se il donante è morto la notifica deve essere fatta ai suoi eredi. Nel caso dei sette fratelli Zonin gli eredi sono un piccolo esercito che tra l’altro, molto probabilmente, comprende anche Gianni, per lungo tempo alla guida del gruppo vinicolo (con successo) ma anche della Banca Popolare di Vicenza (un disastro per il quale è sotto processo e con i beni sotto sequestro in attesa di eventuali risarcimenti).

Il notaio e l’architetto

Dunque l’attuale parroco, don Lidovino Tessari, una volta accortosi del prolungato «disguido» ha messo la pratica in mano a un architetto della zona e a un notaio di Vicenza. Ora la casa sulla collina, tra i vigneti di Agugliana, pochi chilometri da Gambellara, paese d’origine degli Zonin, è in vendita, anzi è già stato sottoscritto un preliminare. Però, c’era il problema donazione. Non potendo individuare e raggiungere tutti gli eredi, il notaio Tommaso de Negri di Vicenza aveva deciso di procedere con una notifica per pubblici proclami, una sorta di urbi et orbi. E così la vicenda della parrocchia e degli Zonin è planata pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale nazionale. Nessuno degli eredi Zonin la legge, ma tanto basta per perfezionare la donazione del 1974.

Don Lidovino

«All’epoca ci fu un cambio di parroci – dice don Lidovino al telefono – e devono aver tralasciato una firma, poi è andato tutto nel dimenticatoio». La parrocchia, nel frattempo, ha sempre mantenuto il possesso dell’immobile, a lungo abitato da sacerdoti e utilizzato per riunioni e attività parrocchiali. Che poi nelle carte ufficiali del notaio sia indicata come «San Nicolò» mentre in quelle della diocesi «San Nicola», speriamo sia un dettaglio che non faccia perdere qualche altro decennio. Due ragazzi hanno già pagato la caparra.

di Mario Gerevini dal Corriere Economia