Un viadotto ferroviario lungo un chilometro e mezzo e alto fino a venti metri fra Ca’ Balbi e Settecà. Potrebbe essere una delle infrastrutture necessarie per il tratto est della Tav/Tac a detta di Lucio Zoppello, ex assessore al territorio sostituito dal sindaco Rucco nel rimpasto a metà del 2019, di Andrea Berengo, consigliere comunale del Gruppo Misto, e di Nico Rossi, presidente dell’associazione politico-culturale Rigeneriamo Vicenza, fondata nello scorso maggio con Andrea Maroso e Marco Lunardi, ex-consigliere comunale della Lista Civica Idea Vicenza nonché assessore all’urbanistica (al posto di Zoppello) fino al nuovo rimpasto di Giunta del gennaio 2021.
La tratta est della Tav è a un punto della progettazione più arretrato rispetto a quello ovest. Mentre per quest’ultimo è già stato presentato il progetto definitivo e sono al vaglio di Rfi e Iricav, committente e costruttore dell’opera, le osservazioni del Comune di Vicenza, per la tratta in direzione Padova si è ancora fermi allo studio di fattibilità del 2014 e il progetto definitivo è atteso per la fine del mese.
“In aprile è stato presentato in Commissione Territorio – ha spiegato Zoppello – uno studio sulle possibilità di attraversamento della città in superficie o in trincea/galleria. Lo studio partiva dal bivio Vicenza-Treviso e finiva all’altezza del cavalcavia di viale Camisano. Rispetto alla studio di fattibilità mi sono accorto che mancava un pezzo della tratta, quella che arriva al confine del Comune con Torri di Quartesolo, e mi sono dato da fare per scoprire il perchè. Il sindaco Rucco ha dato più volte assicurazioni sulla condivisione con la città ma sono passati due anni e non abbiamo ancora visto nulla. In dicembre del 2021, dopo l’incontro in Regione di Rfi con i Comuni attraversati dalla TAV, durante un’assemblea pubblica indetta dal sindaco di Grumolo è emerso che non si parlava più della cosiddetta ‘farfalla di scavalco’, il passaggio a nord della linea storica delle rotaie TAV che fino a Vicenza corrono a sud, infrastruttura prevista dallo studio di fattibilità fra Grumolo e Grisignano.”
Dov’è finita allora la “farfalla”? Inevitabilmente, secondo Zoppello, a Vicenza, dal cavalcavia di viale Camisano a Settecà. Ma l’amministrazione comunale non dà alcun aggiornamento pur non potendo non sapere – sostiene – che è intervenuto uno spostamento della infrastruttura, che dev’essere inevitabilmente condiviso dalla Giunta su esplicita richiesta di Rfi.
“La differenza di quota – ha aggiunto Zoppello – fra i binari della linea storica e quelli dell’alta velocità è di dieci metri, a cui si aggiungono otto metri di strutture. Senza sapere quale può essere la soluzione progettuale, ho ipotizzato in un elaborato lo scenario della linea Tav fra strada Paradiso e Settecà (clicca qui, vedi immagine a seguire, ndr). In funzione della pendenza consentita, la lunghezza del viadotto può essere calcolato in 830 metri per ogni lato rispetto al culmine, con un impatto importante sulla zona.”
Zoppello riceve da un cittadino, due mesi fa, la foto della schermata del tablet di un tecnico Rfi in cui compare una planimetria degli edifici interessati dalla tratta TAV. Secondo l’ex assessore è la conferma che Rfi ha intenzione di portare la “farfalla di scavalco” a Vicenza Est, ai limiti della città. “L’impatto sarà aggravato dalle strutture, perché ci saranno anche barriere anti rumore sia sopra che sotto il viadotto.”
“La domanda che facciamo al Sindaco e all’amministrazione – ha concluso Zoppello – è se è questa la soluzione di attraversamento della città a est condivisa con Rfi e, se non è questa, credo sia il momento che l’amministrazione dica qual è la sua scelta progettuale. Grumolo è riuscita a ottenere l’eliminazione della infrastruttura dal suo territorio e Vicenza? Rfi sta andando avanti e c’è il rischio che, quando arriverà il progetto definitivo, non ci siano margini per modificarlo.“