Zovencedo, la Casa Rupestre Sengia dei Meoni, un interessante sito da visitare anche… virtualmente

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La casa rupestre Sengia dei Meoni. Foto: pro loco Alti Berici altiberici.it

Per ora, abbiamo solo potuto ammirarla sul web. Fortunatamente oggi, grazie al web, si possono fare gite e viaggi virtuali anche da casa propria quando, per qualunque motivo, non è possibile farli realmente. La Casa Rupestre Sengia dei Meoni di Zovencedo, nel Basso Vicentino, è un’abitazione che cattura subito l’attenzione. Si tratta di una casa costruita nella pietra, non più abitata, ma visitabile. Esistono numerose testimonianze, tra cui video su you tube e foto in 3D su vari siti che ci hanno permesso di visitarla virtualmente. E appena possibile, vi diremo come sarà vederla ed entrarci dal vivo.

Negli Alti Berici, in una delle cave di pietra aperte in una cengia dominante la Val Pressia, con vista sul castello del paese, è stata ingegnosamente ricavata questa caratteristica abitazione rupestre, chiamata la ” Sengia dei Meoni”, dal nome dell’ultima famiglia che l’ha abitata.
L’abitazione originale era sviluppata su due piani: al piano di sotto c’erano ingresso, cucina con focolare e secchiaio. Al piano di sopra c’erano le camere da letto. Non mancavano, sempre all’interno della “Priara”, la stalla e le adiacenze rurali. Una saetta scesa dal camino durante un temporale costrinse la famiglia a lasciare la casa nel 1959.

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La camera da letto all’interno della Sengia dei Meoni. Foto: pro loco Alti Berici altiberici.it

La signora Adelaide Meoni, che faceva parte dell’ultima famiglia e abitò in questa casa ricorda il tragico incidente che la costrinse ad abbandonare quella casa: “Un giorno, l’11 agosto 1959, alle sette di sera, un violento temporale si abbattè con tuoni, fulmini e lampi sulla Zengia. Un fulmine scese dal camino e si scaricò sull’impianto elettrico , sfasciando tutto: cascarono le pietre più deboli del muri e delle finestre. Guerrino Pescaore corse in paese a chiamare aiuto, credevano che fossimo tutti morti. Accorsero le autorità e tanta gente. Poco prima del fulmine ho pregato tanto, bruciando l’ulivo e con la candela benedetta accesa, perché ci salvassimo. Avevo quasi un presentimento che succedesse qualcosa, perché era troppo brutto. Fui cosi graziata che nessuno si è fatto male, nonostante fosse cascato tutto“. (Fonte: Pro Loco Alti Berici).

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Il soggiorno all’interno della Sengia dei Meoni. Foto: pro loco Alti Berici altiberici.it

L’abitazione è stata restaurata nel 2013. Il sito del “Complesso Rupestre della Sengia” è di particolare interesse naturalistico ed antropologico. Il paesaggio è suggestivo e interessante dal punto di vista botanico, zoologico e geomorfologico, ed unico dal punto di vista antropologico, etnologico e dell’archeologia industriale.

Nei pressi della casa rupestre si trovano molte fontane antiche con lavatoi e vecchie “priare” abbandonate. Nelle vicinanze della casa, si trovano anche il Covolo dell’uomo di Neandertal e il Museo della pietra di Vicenza. Mentre a Villaga, poco lontano da qui, si trova l’Eremo di San Donato, con i suoi spettacolari covoli (enormi buchi nella roccia) di cui  vi avevamo già parlato.

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La fontana esterna alla Sengia dei Meoni. Foto: altiberici.it